Superbonus, arriva il via libera della Camera: sì allo “spalma crediti” su 10 anni

Con 150 voti a favore e 109 contrati il decreto Superbonus è diventato legge. Forza Italia ha votato la fiducia al decreto ma si è astenuta sul voto in commissione in entrambe le camere

Redazione
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Il decreto Superbonus è ora ufficialmente legge, grazie ai 150 voti a favore ottenuti alla Camera, contro i 109 contrari. Il decreto sui bonus edilizi ha creato numerose controversie negli ultimi giorni, in particolare per la mini-retroattività prevista dal cosiddetto “spalma crediti“. Lo scontro diretto è stato tra il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e il vicepremier Antonio Tajani, che ha da subito mostrato la sua contrarietà ad alcune parti del decreto.

Altra questione generatrice di contrasti è stata la sugar tax, la tassa sulle bevande zuccherate, fortemente osteggiata dai forzisti. Giorgetti, su consiglio del premier, ha quindi deciso di rinviare l’entrata in vigore della tassa, posticipandola al primo luglio 2025.

Cosa prevede il nuovo decreto Superbonus

Come già annunciato nelle scorse settimane dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, le detrazioni relative alle spese sostenute nel 2024 legate al Superbonus, al bonus barriere architettoniche e al Sismabonus non saranno più dilazionate in 4 anni ma in 10, con una mini-retroattività a partire dal gennaio di quest’anno. Inoltre, non sarà più possibile compensare a livello fiscale i crediti del Superbonus con debiti previdenziali e per le banche e gli istituti di credito che non rispetteranno questa norma è previsto il recupero del credito compensato in modo illecito.

Parlando di ristrutturazioni, il bonus previsto non sarà più del 50% ma del 36% a partire dal 2025 e scenderà fino al 30% dal 2028 al 2033. Lo sconto in fattura e la cessione del credito non sono più previsti per gli interventi su immobili Ciap, cooperative, terzo settore e per l’eliminazione delle barriere architettoniche ma rimarranno usufruibili nel caso in cui alla data di entrata in vigore della legge sia stata depositata la Cila, ovvero la comunicazione di inizio lavori asseverata.

Eliminato anche il fondo da 35 milioni destinato a sostenere chi realizza interventi su immobili danneggiati da terremoti avvenuti dal primo aprile 2009, mentre per gli edifici localizzati in Abruzzo Lazio, Marche e Umbria è previsto un fondo da 400 milioni. È stato però istituito un fondo da 100 milioni per il 2025 finalizzato a sostenere le Onlus, le organizzazioni di volontariato e le associazioni promozionali che hanno intenzione di eseguire interventi di riqualificazione energetica e strutturale su immobili destinati ad attività a scopo benefico.

Posta la fiducia lo scorso martedì

Il governo, con il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, ha posto la questione di fiducia sul decreto Superbonus in Aula alla Camera lo scorso martedì. Le votazioni sul decreto sono iniziate ieri e si sono concluse solo oggi. La commissione Finanze della Camera ha completato l’esame degli emendamenti al dl Superbonus, bocciando tutte le proposte di Forza Italia, che si è invece astenuta su due emendamenti dell’opposizione. Questi riguardavano la possibilità di ripristinare lo “spalma crediti” su 4 anni invece di 10.

Il decreto dovrà essere convertito in legge entro il 28 maggio. Anche in questa sede non sono mancate le critiche al decreto legge voluto dal ministro Giorgetti. Carlo Calenda, leader di Azione, ha infatti dichiarato: “Sul Superbonus quello che sta facendo Giorgetti farà un casino, non si può fare ex post, gliel’ho detto“. Non si è risparmiato neanche il democratico Anthony Barbagallo, che ha sostenuto: “Il decreto superbonus conferma il sostanziale fallimento delle misure decise precedentemente dal governo Meloni e il fatto che i conti pubblici siano fuori controllo“.

Superbonus, le critiche di Tajani

Lo “spalma crediti” su dieci anni annunciato da Giancarlo Giorgetti la scorsa settimana ha creato una spaccatura all’interno del centrodestra. La possibilità che i crediti del Superbonus vengano dilazionati in dieci anni, con una mini-retroattività, invece che in quattro, non ha per nulla soddisfatto il vicepremier Antonio Tajani. Il ministro degli Esteri ha dichiarato di non essere stato interpellato sulla questione e di non approvare parte delle riforme proposte, compresa la sugar tax, ovvero la tassa sulle bibite zuccherate.

Antonio Tajani, sull'Autonomia
Ministro degli Affari Esteri, Antonio Tajani

Tajani ha quindi dichiarato battaglia a Giorgetti, pur cercando di ridimensionare la questione dal punto di vista mediatico. I continui attacchi hanno quindi preoccupato il Mef e il suo ministro che, su consiglio del premier, ha deciso di cedere sulla posticipazione della sugar tax al primo luglio 2024, per ottenere l’approvazione della dilazione dei crediti del Superbonus. In Aula non sono mancati i tafferugli ma il decreto legge è stato approvato.

Sottanelli (Azione): “Decreto che toglie certezze alle famiglie

Durissime le parole di critica del deputato di Azione Giulio Sottanelli, intervenuto in Aula alla Camera nel corso della discussione generale sul dl Superbonus: “Siamo di fronte all’ennesimo decreto omnibus, senza i requisiti di omogeneità, urgenza e specificità richiesti dall’art. 77 della Costituzione, e siamo di fronte all’ennesima fiducia da parte del governo, con il Parlamento sempre più commissariato e umiliato. Un decreto varato per risolvere l’enorme problema Superbonus che interviene  però nella maniera sbagliata“.

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Superbonus, arriva il via libera della Camera: sì allo "spalma crediti" su 10 anni 4

Sottanelli ha definito il Superbonus un “decreto fatto male” che “è costato 160,5 miliardi di euro, con truffe per 15 miliardi e con ben 32 modifiche in quattro anni“. Secondo il deputato di FdI il decreto Superbonus “interviene nella maniera sbagliata“. Sottanelli ha poi concluso sostenendo che “è necessario intervenire, ma in modo diverso, perché la cosa grave è anche la continua perdita di certezza del diritto“.

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