Il governo ha deciso di accelerare le pratiche per mettere a riparo le banche dati della polizia del paese, da tempo soggette a cyberattacchi che avvengono senza controllo alcuno. Il governo italiano si è impegnato in un deciso rafforzamento dell’impianto di controllo della sicurezza nazionale, sulla base di un nuovo disegno di legge sul tema ora in esame alle commissioni Affari Costituzionali e Giustizia alla Camera. Noto come Ddl Cybersicurezza, il nuovo disegno di legge mira a contrastare i sempre più frequenti e invasivi attacchi del fenomeno dei cyber attacchi, in costante aumento negli ultimi anni.
Cyberattacchi, l’intervento di Mantovano
Il sottosegretario alla Presidenza del consiglio, Alfredo Mantovano, ha dichiarato che è in corso un’analisi approfondita in merito al disegno di legge: “Occorre fare un salto di qualità nell’attenzione al problema che, dobbiamo riconoscerlo, a livello istituzionale è ancora inadeguata“. La maggioranza ha chiesto la procedura d’urgenza per il provvedimento. La decisione dell’Aula è attesa per stamani.
A questo scopo mercoledì scorso sono stati convocati a Palazzo Chigi il governatore di Bankitalia Fabio Panetta, il procuratore antimafia Giovanni Melillo, i vertici di Polizia e Guardia di Finanza, nonché rappresentanti dell’intelligence, al fine di adottare le prime misure organizzative per proteggere le informazioni riservate da intrusioni indesiderate.
Una serie di cambiamenti nelle pratiche è stata proposta per proteggere le banche dati da accessi non autorizzati: tra questi, controlli incrociati a campione, tracciabilità degli accessi, standardizzazione delle procedure e definizione delle responsabilità, oltre alla creazione di alert che scattano in caso di anomalie.
Cybersicurezza, accelerati dal caso dossieraggio
Le indagini condotte dalla procura di Perugia, che coinvolgono il finanziere Pasquale Striano, hanno messo in luce le vulnerabilità esistenti nei sistemi di sicurezza delle banche dati e accelerato una messa a punto di questi. La premier Giorgia Meloni ha sottolineato la necessità di un’indagine approfondita per individuare e perseguire i responsabili di tali intrusioni, affermando che esiste la possibilità che gruppi di potere abbiano utilizzato informazioni riservate per propri interessi.
Quanto detto avviene in seguito ad una ulteriore violazione avvenuta domenica, quando è stato hackerato il profilo Instagram della premier Meloni da cui sono stati pubblicati post e storie false, poi prontamente rimossi.
Anche Enrico Borghi, capogruppo di Iv al Senato, ha sollevato preoccupazioni riguardo alla sicurezza dei profili social della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, evidenziando la necessità di sollevare barriere più efficaci contro gli attacchi hacker, che possono avere gravi conseguenze sulla sicurezza nazionale.
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