John Elkann, presidente e amministratore delegato ad interim del gruppo Stellantis, è stato sentito dalle Commissioni Attività produttive della Camera e Industria del Senato con l’obiettivo di chiarire quali sono le intenzioni dell’azienda nel mercato italiano e quali sono le prospettive a breve e lungo termine del gruppo, all’interno di una complessa situazione industriale ed economica che preoccupa sia i cittadini italiani che il governo Meloni.
L’erede Agnelli ha sfruttato l’occasione per ricordare la lunga storia, che dura ormai da 125 anni, che lega l’azienda all’Italia, e che è quindi simbolo di un connubio che riguarda ormai innumerevoli ambiti, dal lavoro all’innovazione, passando per la cultura, la solidarietà e il progresso sociale. “Di questa nostra lunga storia, la storia della Fiat che ora è diventata Stellantis, noi siamo, io personalmente lo sono, molto orgoglioso“, ha dichiarato Elkann, sottolineando che per l’azienda “l’Italia ricopre un ruolo centrale” e per questo l’intenzione è quella di continuare ad investire sul Paese.
Leggi Anche
Il Ceo ad interim ha poi ricordato come già in passato l’azienda abbia passato periodi duri, come a seguito della morte di Gianni Agnelli, riuscendo però a risollevarsi e a tornare ad essere il fulcro dell’industria automobilistica italiana. Elkann ha poi ripercorso i successi registrati da Stellantis, sottolineando l’apporto economico dato al Paese, senza però trattare concretamente degli obiettivi futuri, né delle intenzioni in riferimento al pericolo dei dazi Usa e della crisi generata dal caro bollette.
Mancanze che le opposizioni italiane hanno sottolineato con una certa durezza, seguite anche dalla Lega di Matteo Salvini, che ha definito le parole di John Elkann una “vergognosa presa in giro“, in quando il gruppo sarebbe cresciuto “grazie ai soldi degli italiani“, gli stessi che poi sono stati licenziati per permettere alla società di investire all’estero. Inoltre, il Carroccio ha criticato la svolta green adottata dall’azienda, che rischierebbe di “distruggere il settore dell’auto, in Italia e in Europa“.
Elkann: “Senza Stellantis in Italia l’auto sarebbe scomparsa”
Il presidente del gruppo Stellantis ha voluto evidenziare, nel corso della sua audizione in Parlamento, come senza la società da lui amministrata l’Italia avrebbe potuto rimanere senza un settore dell’automotive efficiente. “Se non ci fosse oggi Stellantis, non saremmo qui, perché l’auto italiana sarebbe già scomparsa da tempo, come l’informatica dopo l’Olivetti e la chimica dopo la Montedison“, ha infatti sostenuto, ricordando come la società sia riuscita a difendere la produzione e l’occupazione degli stabilimenti presenti nel Paese grazie all’export di Marchi italiani.
Inoltre, l’apporto all’economia italiana non sarebbe trascurabile. “In questi 20 anni, l’azienda ha pagato direttamente 14 miliardi di imposte all’erario“, ha chiarito Elkann, sottolineando che questo valore arriva a toccare i 32,2 miliardi se si tiene conto dell’Iva e delle imposte versate per conto dei dipendenti. Allo stesso modo, le spese per gli investimenti, la ricerca e lo sviluppo in Italia avrebbero raggiunto i 53 miliardi, a fronte di contributi pubblici fermi a un miliardo.
“Spero che da oggi il bilancio dare/avere tra il Paese e l’azienda non sia più un tema divisivo“, ha sibilato, evidenziando che il valore complessivo della produzione in Italia negli ultimi 20 anni è quantificabile in 1.700 miliardi di euro. Rivolgendo lo sguardo al futuro, Elkann ha poi sottolineato che gli impegni finora presi “li stiamo realizzando puntualmente“. Nello specifico, secondo Elkann, l’azienda starebbe spendendo circa 2 miliardi di euro di investimenti e 6 miliardi di euro in acquisti da fornitori italiani.
“Queste risorse spese dimostrano l’importanza del legame con la filiera italiana“, ha spiegato il presidente di Stellantis, per poi chiarire che al momento è complesso parlare di una crescita futura, in quanto questa dipenderà dalla crescita del mercato elettrico. Così, Elkann ha sottolineato l’urgenza di “potenziare l’infrastruttura di ricarica“, perché la mancanza di una solida rete di colonnine scoraggia i possibili acquirenti di veicoli elettrici.
“Il ritmo di installazione rimane troppo lento e non sufficiente a convincere i clienti a passare all’elettrico“, ha criticato il presidente di Stellantis, ricordando che al momento le stazioni di ricarica europee si trovano solo in tre Paesi, ovvero Germania, Francia e Olanda, il che crea ovviamente una grave disparità. Sul delicato tema dell’eventuale conversione dell’industria automobilistica in industria bellica, Elkann ha chiarito di non credere che questa possa essere soluzione, in quanto il vero cambiamento deve arrivare da quanto l’Ue decide in termini di politica industriale e dove mettere risorse ed energia.
La reazione delle opposizioni
Oltre alle dura reazione della Lega, l’audizione di Elkann ha provocato lo sdegno del leader di Azione, Carlo Calenda, che ha sottolineato come nel discorso del Ceo di Stellantis sia mancata una parte di critica nei confronti dei possibili errori commessi dall’azienda. “La storia di un milione di macchine l’ho sentita nel 2023 e nel 2024. Credo che siano come gli stormi aerei di Mussolini, sono cioè sempre gli stessi che rigirano perché nel frattempo è crollato tutto“, ha affondato l’ex volto del Terzo Polo.
Più rassicuranti le parole della segretaria del Pd, Elly Schlein, che ha apprezzato le parole di Elkann in riferimento agli investimenti nel settore dell’automotive italiano, chiarendo però la necessità di un ulteriore chiarimento sul fronte dei dazi e del costo dell’energia. “Noi speriamo ci sia davvero l’intenzione di fare ripartire investimenti corposi“, ha sostenuto Schlein, ricordando i forti segnali di disinvestimento, come l’esplosione della cassa integrazione, gli incentivi all’esodo e lo spostamento delle produzioni all’estero, da parte dell’azienda in Italia.
© Riproduzione riservata