Space X, Meloni non riferirà in Parlamento: “Non c’è nulla da dire”

Il ministro per i rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, ha sottolineato che il premier ha già confermato che nessun accordo è stato siglato, aggiungendo che appena possibile i ministri Crosetto e Urso riferiranno sulle parti di cui sono competenti

Redazione
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Giorgia Meloni non riferirà in Aula sul caso Space X, lo ha confermato il ministro per i rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, sottolineando che la decisione è dettata dal fatto che non vi sarebbe effettivamente “nulla da dire” in merito. “La Presidente non scappa“, ha poi dichiarato, ribadendo che la mancata apparizione è dovuta proprio alla mancanza di contenuti sulla questione.

Meloni “ha già dichiarato ufficialmente nei giorni scorsi che non c’è nessun contratto con Starlink e che non è stato questo l’oggetto di discussione tra lei e il presidente Trump“, ha sostenuto Ciriani, dichiarando che i ministri Crosetto e Urso riferiranno appena possibile sulle loro parti di competenza.

La protesta delle opposizioni e il rilancio di Musk

Le conseguenze dell’indiscrezione lanciata da Bloomberg su un possibile accordo tra lo Stato italiano e la società di Elon Musk, Space X, per dotare il nostro Paese del servizio Starlink, continuano comunque a farsi sentire. Se lunedì la politica è entrata in fibrillazione nel tentativo di comprendere quali fossero le intenzioni di Giorgia Meloni, ieri il dibattito è ripreso a seguito di una serie di commenti pubblicati sia da Elon Musk che dal leader pentastellato Giuseppe Conte.

Meloni e Salvini si contraddicono a vicenda mentre giocano a fare la gara a chi è più amico di Musk“, ha dichiarato infatti Conte, facendo riferimento al Tweet che ieri ha pubblicato il vicepremier leghista. “Un eventuale accordo con Musk per garantire connessione e modernità in tutta Italia non sarebbe un pericolo ma una opportunità“, ha scritto Salvini, sostenendo di auspicare che si acceleri nei confronti di un possibile accordo.

Elon Musk
Elon Musk

Queste parole, quindi, secondo alcuni avrebbero smentito la comunicazione di Palazzo Chigi che avrebbe negato la presenza di un accordo siglato tra Italia e Space X, oltre a definire “ridicola” la possibilità che Giorgia Meloni e Donald Trump abbiano affrontato l’argomento a Mar-a-lago, nella visita a sorpresa avvenuta lo scorso 5 gennaio. Il movimento 5 Stelle, quindi, continua a chiedere che il governo riferisca in Parlamento per chiarire una volta per tutte cosa sta accadendo.

Space X, Boccia (Pd) scrive a La Russa: “Meloni venga in Parlamento

Le ultime evoluzioni del caso hanno spinto il presidente dei senatori del Partito democratico, Francesco Boccia, a scrivere al Presidente del Senato, Ignazio La Russa, per chiedere che Giorgia Meloni riferisca in Senato a riguardo del caso Starlink. “È grave che una discussione tanto importante che riguarda i livelli di sicurezza degli apparati di Governo del nostro Paese, e quindi la sicurezza del Paese stesso, non sia mai stata affrontata in Parlamento“, ha dichiarato Boccia, aggiungendo che è altrettanto preoccupante che il governo non abbia mai risposto alle richieste di chiarimento delle opposizioni.

Ed è ancora più grave che ad oggi la Presidente del Consiglio dei Ministri non abbia dichiarato la propria disponibilità a venire a riferire in Aula, né i Ministri competenti a presentarsi nelle Commissioni di merito“, ha poi aggiunto, cercando di sottolineare la gravità di quanto sta accadendo.

Space X, la risposta di Elon Musk a Matteo Salvini

A rendere ancora più confusa la situazione c’è un ultimo Tweet di Elon Musk, in risposta a quello pubblicato lunedì da Salvini. “Sarà fantastico. Anche altri Paesi in Europa chiederanno di usufruirne“, ha scritto il miliardario facendo riferimento alla possibilità di dotare l’Italia con il sistema Starlink. Questo presunto accordo dovrebbe avere un valore di 1,5 miliardi di euro e garantirebbe al nostro Paese un sistema criptato di massimo livello per le reti telefoniche e i servizi internet del governo, le comunicazioni militari e i servizi satellitari per le emergenze.

I dubbi, però, riguardano la presunta mancata sicurezza di questo sistema, che potrebbe rivelarsi una sorta di escamotage di Elon Musk, o degli Usa, per ottenere informazioni riservate da altri Paesi. Inoltre è stata criticata la volontà italiana di affidarsi a sistemi provenienti da oltreoceano, invece di investire sulle tecnologie presenti in Europa. Entrambe le questioni sono state affrontate lunedì da Andrea Stroppa, referente di Elon Musk in Italia, che ha pubblica su X un “vademecum nei giorni di miseria per giornalisti non faziosi“.

Elon Musk e Andrea Stroppa
Elon Musk e Andrea Stroppa

Il braccio destro del magnate è nuovamente intervenuto ieri sulla questione, sottolineando che il progetto dei razzi Ariane6 prodotto in Europa non sarebbe affatto un affare vantaggioso per l’Italia. “Si sa che sono stati spesi oltre 4 miliardi di euro di cui 500 milioni italiani“, ha spiegato il referente, ricordando che il progetto ha avuto inizio nel 2014 e avrebbe dovuto essere funzionale nel 2020. Il primo razzo è invece stato lanciato 4 anni dopo, rendendo la missione già vecchia prima di essere effettivamente iniziata. Inoltre. non vi sarebbero ruoli di spicco dedicati a figure o aziende italiane, per cui la scelta di Space X non sarebbe eccessivamente differente, almeno secondo Stroppa.

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