Spaccatura nel Pd: il voto sul terzo mandato voleva unire l’opposizione ma ha diviso i dem

Per dare un'idea di un'opposizione unita la Schlein ha seguito il M5S e ha cambiato rotta sul voto del terzo mandato, causando i malcontenti di sindaci e governatori locali: una spaccatura in seno al Pd alla vigilia delle elezioni che potrebbe costarle molto

Redazione
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È bufera nel Pd in seguito al voto sul terzo mandato. All’interno e all’esterno del Parlamento si percepisce una forte disapprovazione sulle decisioni prese dalla Schlein in relazione al voto sul Ddl elezioni: la linea decisa all’unanimità era quella dell’astensione, ma ieri c’è stato un cambio di rotta e durante la votazione i senatori dem hanno votato “no”. Le accuse che volano sono quelle di non aver rispettato gli accordi presi all’interno del partito.

Spaccatura nel Pd, Bonaccini: “Ne parleremo dopo le elezioni”

C’era una linea da seguire ma pare che la Schlein ci sia inciampata. Oltre al fatto che la decisione presa da Roma si pone in netto contrasto con quelle prese all’interno del partito, la spaccatura causata da questo gesto rischia di mettere a rischio il progetto più ampio rappresentato dalle elezioni.

Il voto contrario del Pd in commissione Senato non è stato condiviso dalle minoranze del Pd, ed è stato definito come grave errore alla luce delle decisioni prese nella Direzione nazionale, durante la quale la segretaria sembrava voler andare incontro a sindaci e governatori, di cui ora dovrà gestire il malcontento.

stefano bonaccini emilia romagna
stefano bonaccini emilia romagna

Il Presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini si è espresso sulla questione affermando che: “Ne parleremo dopo le elezioni in Sardegna perchè non possiamo fare finta di niente. Qui non sono stati rispettati gli accordi, c’è chi lavora per tenede il Pd unito e chi invece non ha questo obiettivo“. Non è stato rispettato l’accordo preso in direzione e non è stata salvaguardata l’unità del partito, questa l’accusa.

E per cosa? Sembrerebbe che la decisione della Schlein di cambiare linea sul voto del terzo mandato sia stata deliberata in seguito alla presa di consapevolezza che il M5S si stava dirigendo verso un’altra strategia, quella di votare “no”: così, per dare un’idea di compattezza, la segretaria ha ordinato al gruppo di lavoro preposto alla votazione in Senato di invertire la rotta.

Francesco Boccia, presidente dei senatori dem, giustifica la decisione di Schlein: “A destra hanno voluto giocare al braccio di ferro per piantare le loro bandierine propagandistiche. Il Pd si è sottratto a questo gioco“. Ma quello che appare è che tra i vertici dem si sia voluta privilegiare l’unità esterna a scapito di quella interna. Infatti le giustificazioni del senatore e della Schlein non soddisfano Energia Popolare, l’area vicina a Stefano Bonaccini, nè gli amministratori locali, che apriranno un serio dibattito in seno al Pd non appena sarà passata la bufera delle Regionali sarde.

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