Sicurezza, in carcere chi non manda i figli a scuola: ecco le misure del governo Meloni

Con la criminalità giovanile e la povertà educativa, il governo mette in campo una serie di norme che viaggiano spedite verso il Consiglio dei ministri di oggi

Redazione
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Le misure sono severe. Con il tarlo della criminalità giovanile e la povertà educativa, l’esecutivo in carica mette in campo una serie di norme che viaggiano spedite verso il Consiglio dei ministri di oggi.

Le violenze sessuali a Palermo e Caivano, poi l’omicidio del giovane musicista Giovanbattista Cutolo a Napoli, hanno messo fretta a un dossier sicurezza, che era già tra gli obiettivi di Giorgia Meloni.

Un quadro giovanile preoccupante

Il contesto che ruota intorno alla criminalità minorile è allarmante. La bozza de disegno di legge del governo ha lo scopo di intervenire anche su un pericoloso aspetto: le baby gang che si ispirano p sono connesse alle grandi organizzazioni criminali del Sud Italia, camorra e ‘ndrangheta.

Quando i minorenni vengono condannati per associazione a delinquere o mafia, finalizzata a trafficare droga, i genitori perdono la potestà sul proprio figlio.

Lo scopo è dunque integrare l’articolo penale sull’associazione mafiose (416-bis) e il testo unico sulle sostanze stupefacenti: quando è coinvolto un minorenne, con la sentenza di condanna, il giudice piò trasmettere gli atti al procuratore della Repubblica, che potrà fare richiesta al Tribunale civile di procedere con la revoca della potestà genitoriale.

Fino a 2 anni di carcere se i figli non vanno a scuola

Oltre le semplici sanzioni per i genitori che non educano correttamente i propri figli. L’intenzione del governo quella di introdurre l’articolo 570-ter del codice penale, punendo i genitori che non mandano i figli alla scuola dell’obbligo, “con la reclusione fino a due anni”, invece che l’attuale sanzione di 30 euro. In più le famiglie che non garantiscono la regolare frequenza dei propri figli a scuola non hanno diritto all’Assegno di inclusione.

In più verrà applicata la “procedura dell’ammonimento” in mancanza di una querela verso un minora dai 14 anni in su accusato di violenza e minacce verso un latro minorenne. E i genitori rischiano una multa dai 200 ai 1.000 euro.

Stretta su custodia cautelare

Considerevole la revisione delle condizioni per applicare la custodia cautelare dei minori: per gli indagati e imputati per reati che prevedono un massimo di pena superiore a 6 anni (sinora erano 9), sarà possibile la detenzione preventiva. Inoltre diventa possibile applicare la custodia cautelare per i reati di violenza, minaccia. Dunque, da rivedere anche il limite della pena per applicare le norme, diverse dalla carcerazione anticipata, che si abbassa da 5 a 4 anni.

La bozza di decreto prevede anche la rieducazione civica del minorenne: Si mira a istituire una definizione anticipata a patto che il minore svolga lavori socialmente utili anche con enti no profit.

Pene sulla detenzione di armi

Inasprite pene sulla detenzione illegittima di armi, con norme più severe nel caso di riunioni pubbliche.

Reati online

La vittima di un reato consumato online può chiedere l’oscuramento o la rimozione dei propri dati ai siti e ai social. In caso di richiesta non evasa nelle successive 48 ore (al massimo) la domanda deve essere inviata al Garante della privacy.

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