Senato, capiscono “coglioni” al posto di “condoni”: scoppia la rissa in aula

Al Senato lo scontro principale è avvenuto tra La Pietra (FdI) e Sensi (Pd), che però hanno risolto amichevolmente la questione

Redazione
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Un pomeriggio da ricordare quello di ieri a Palazzo Madama, dove la solita seduta delle votazioni si è trasformata in poco tempo in un combattimento tra galli. Un equivoco innocuo che però ha scatenato la furia del senatore di Fratelli d’Italia La Pietra che, dall’alto del suo metro e novanta, ha scatenato il caos scendendo dai banchi del Senato e cercando il confronto corpo a corpo con l’opposizione.

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Patrizio La Pietra

A causare la furia dei senatori di FdI sono state le urla del Partito democratico che, per dimostrare la loro contestazione, hanno dato inizio ad un coro di “Condoni! Condoni!. Le orecchie del senatore La Pietra, hanno sentito però ben altro, un insulto che ha immediatamente fatto salire i livelli di testosterone nell’aula di Palazzo Madama. Una rissa bella e buona, evitata solo grazie all’intervento di altri senatori che hanno cercato di riportare l’ordine, mentre le telecamere puntate sulla scena pietosa venivano prontamente spente.

Senato, le dinamiche del caos di ieri pomeriggio

L’enorme equivoco e la conseguente rissa sfiorata hanno avuto luogo nell’aula di Palazzo Madama nel pomeriggio di ieri, 7 dicembre, durante la discussione sull’emendamento del senatore Claudio Lotito al decreto legge Anticipi, che richiede l’ennesima proroga ai termini già scaduti delle prime due rate della Rottamazione quater. Tale emendamento è stato contestato dall’opposizione, che lo ritiene appunto un condono.

Da qui le urla dei senatori del Pd, primo tra tutti Filippo Sensi, che hanno iniziato a dare sfogo alla loro frustrazione urlando Condoni! Condoni!. Nel frattempo, dall’altra parte dell’emiciclo il senatore di FdI La Pietra è scattato in piedi urlando inferocito: “Coglione a chi?“. Nessuno è riuscito a fermarlo e spiegare l’equivoco, nemmeno le urla dei suo colleghi che lo intimavano a calmarsi sono servite a qualcosa. In poco tempo vari senatori sono scesi in campo pronti per un combattimento di wrestling.

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Filippo Sensi

Insieme a La Pietra hanno deciso di mostrare i pugni anche Roberto Menia, uno tra i più furiosi, e Luca De Carlo, pronti a sostenere il loro collega di partito. A quel punto anche Sensi, consapevole che l’obiettivo della spedizione punitiva era proprio lui, ha deciso di accettare la sfida, lasciando il suo banco e dirigendosi sulla moquette rossa dell’aula, ormai diventata teatro di una delle pagine più buie della politica italiana.

Eppure, non è stato sferrato neanche un pugno, nessuno spintone che dimostrasse la supremazia di un uomo sull’altro. Solo insulti, mentre il ring si riempiva sempre di più.

Senato, i cinque minuti di caos

Tra i banchi i presenti assistevano scioccati alla scena che si stava svolgendo di fronte ai loro occhi. C’era chi era meno interessato di altri, come il senatore Gasparri che camminava tranquillo come se nulla di strano stesse succedendo e la sottosegretaria Lucia Albano che guardava divertita la scena. Altri invece si sono mostrati più empatici, come nel caso di Marco Scurria che tenta di sedare gli animi urlando a sua volta qualcosa dai banchi: “Ma siete pazzi? Che succede?.

Effettivamente, per coloro che al Senato hanno ancora buon udito, deve essere stato complesso comprendere perché improvvisamente una seduta di consultazione al Senato è diventata una prova di virilità. Mentre si cercava di capire precisamente cosa avesse scatenato la furia dei senatori, la vicepresidente Anna Rossomando ha sospeso l’Aula per cinque minuti, nella speranza che fosse un tempo giusto per concludere la questione.

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Anna Rossomando

Fortunatamente aveva ragione ed anche grazie all’intervento di altri senatori, anche di altri partiti, tra cui Francesco Zaffini e Antonio De Poli, la situazione è tornata alla normalità. La Pietra e Sensi sono anche riusciti a spiegare e chiarire l’equivoco, anche grazie alla mediazione di Nastri, che è dovuto scendere in campo per placare sia i suoi colleghi che quelli dell’opposizione. “Andate via da qui! Sedetevi!“, così urlava Nastri mentre si sbracciava per evitare che qualcuno usasse veramente la violenza.

Alla fine del caos i vari senatori del Pd e di FdI si sono stretti la mano e tutti sono tornati ai loro banchi.

Senato, i commenti di chi era presente e le parole di La Pietra

Tra chi invocava un po’ di rispetto, come Graziano De Rio che ha accusato i lottatori di “non avere senso delle istituzioni“, c’è anche chi ha veramente avuto timore per la scena a cui ha dovuto assistere. Un senatore di lungo ha infatti ammesso a La Stampa di essere “in Parlamento da vent’anni ma non ho mai assistito ad una scena come questa. L’ho vista veramente brutta, avevano negli occhi la volontà di andare oltre“.

Insomma non resta che provare profonda vergogna per quanto è accaduto in uno dei luoghi fondamentali in cui avvengono le scelte politiche del nostro Paese. Non sembrano migliorare la situazione neanche le parole di La Pietra, che ha continuato a confermare la sua versione: “Io ho sentito quella parola che era offensiva e nell’aula queste parole non devono essere dette“. Sembra, però, che secondo il senatore di FdI in aula si possa, invece, dar sfogo alla propria rabbia con urla e altri insulti nel momento in cui ci si sente attaccati. Due pesi e due misure, ma nessuno è sorpreso.

La questione è stata comunque risolta dal senatore nel modo che riteneva più giusto: “Nessun astio, questione chiusa. Prossimamente offrirò un aperitivo a Sensi“.

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