“Prendiamo il meglio della nostra tradizione per una scuola capace di costruire il futuro“, così il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, spiega le Nuove Indicazioni Nazionali per le scuole del primo ciclo di studi, sottolineando che ogni modifica applicata guarda solamente e unicamente al benessere degli studenti italiani e al futuro del Paese. Non si tratta di ideologie o slogan, ma puramente di una volontà di migliorare il settore scolastico e di renderlo più efficiente e adatto ai tempi attuali.
In questo senso, quindi, il titolare del Miur ha posto l’attenzione sulla necessità di dedicare un maggior numero di ore allo studio della grammatica, per tentare di sopperire ai dati inquietanti che riguardano i giovani di oggi e la loro propensione alla buona scrittura e alla comprensione del testo. In questo senso, quindi, risulta fondamentale iniziare sin dai primi anni di studio a dedicare tempo e fatica allo studio della letteratura e dei testi, così da far sorgere nei più giovani la passione per la lettura e l’apprendimento. “Si è scelto di rafforzare l’abilità di scrittura che è quella più in crisi delle abilità linguistiche“, ha poi chiarito Valditara nel corso della sua intervista a Il Giornale.
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Alcuni dei punti dei nuovi programmi di studio dei giovani italiani, però, hanno fatto storcere più di qualche naso. Dall’abolizione della geostoria, fino al ridimensionamento dello studio delle vicende storiche non europee, passando per l‘inserimento delle ore di latino alle scuole medie, sono queste le novità più eclatanti che dovrebbero entrare in vigore già dall’anno scolastico 2026-27 e che dovrebbero dare un sospiro di sollievo ad un sistema scolastico che è in evidente difficoltà.
C’è però chi critica questa sorta di ritorno al passato, che sembrerebbe voler concentrare l’attenzione degli studenti solamente su ciò che interessa la storia e la cultura italiana, nel tentativo però di ricostruire quella capacità critica che gli studenti italiani sembrano perdere di anno in anno.
Scuola, cosa cambierà nei prossimi anni?
Le nuove linee guida, che sono state presentate dal ministro sotto forma di decreto al Consiglio dei ministri, riguardano nello specifico le materie umanistiche in quanto quelle scientifiche sono state oggetto di un decreto dello scorso anno. L’obiettivo del Miur è quindi quello di risollevare i dati riguardanti la comprensione del testo e la scrittura corretta degli studenti, riuscendo però allo stesso tempo a “coltivare la fantasia, la capacità di stupirsi dei ragazzi“.
La missione del Miur è poi condita da una certa dose di “concretezza“, volta a risolvere il problema della “sindrome italiana” che vede i giovani del nostro Paese in difficoltà con nozioni basilari della storia e della cultura del Paese. Così, secondo Valditara, con l’abolizione della geostoria, “la storia diventa la scienza degli uomini nel tempo“, ovvero diventa una grande narrazione, non “caricata di sovrastrutture ideologiche” e soprattutto incentrata sulle vicende riguardanti l’Italia, l’Europa e l’Occidente.
Inoltre, crea una certa meraviglia la decisione di reintrodurre lo studio degli elementi della lingua latina alle scuole medie, a partire dal secondo anno. Gli studenti e le loro famiglie potranno decidere se usufruire delle lezioni, che avranno l’obiettivo di “rafforzare la consapevolezza della relazione che lega la lingua italiana a quella latina” e di trasmettere il concetto di “ereditarietà“, ovvero che “studiare il latino significa andare alle radici della lingua italiana e del significato delle parole“.
A chi, però, manifesta la possibilità che queste scelte possano in qualche modo trasformare la scuola italiana in un concentrato di sovranismo, Valditara risponde con una certa soddisfazione. “Non si tratta di slogan facili“, ha infatti sostenuto il ministro, chiarendo che lo studio della tradizione italiana serve a creare una “scuola protesa in avanti e attenta all’educazione critica dei nostri ragazzi“.
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