Sciopero automotive: oltre 20mila persone manifestano per difendere occupazione e rilanciare l’industria

Nella manifestazione si chiede al governo di convocare Stellantis, i sindacati e le aziende della componentistica per delineare un nuovo piano per rilanciare il settore automotive

Redazione
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Oggi l’intero settore automotive è in sciopero e a Roma è stata organizzata una manifestazione nazionale, in cui i sindacati dei metalmeccanici Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm-Uil si mobilitano insieme seguendo lo slogan: “Cambiamo marcia: acceleriamo verso un futuro più giusto”. Le richieste sono più garanzie sull’occupazione e il rilancio dell’industria dell’automobile in Italia a partire dai siti produttivi Stellantis. Si parla di 20mila partecipanti, tra i quali anche alcuni leader dell’opposizione.

Contemporaneamente anche Fismic Confsal, Uglm e Associazione Quadri stanno manifestando in diverse piazze d’Italia (Torino, Bari, Potenza, Napoli, Avellino, Cassino e Termoli) con lo slogan “L’automotive merita di più”.

Sciopero automotive, manifestazione a Roma

Lo sciopero è iniziato dal primo turno di lavoro e la manifestazione a Roma è partita da piazza Barberini per dirigersi a piazza del Popolo, con l’intervento dei segretari generali dei sindacati dei metalmeccanici, Ferdinando Uliano, Michele De Palma e Rocco Palombella. In piazza anche i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri. Sono presenti anche delegazioni di sindacati europei e mondiali e i leader dell’opposizione Elly Schlein (Pd), Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli (Avs), Giuseppe Conte (M5s) e Carlo Calenda (Azione).

La leader dem a Piazza del Popolo ha dichiarato di condividere le ragioni di questo sciopero. “C’è molta preoccupazione sul futuro di un settore strategico come l’automotive”, ha detto, sottolineando che si chiedono impegni chiari e concreti, sia al governo che alle aziende. Ha concluso promettendo che noi ci siamo e ci saremo e sottolineando di aver depositato una mozione unitaria con le altre opposizioni con la richiesta che sia ascoltato anche Elkann. “Stellantis ha delle responsabilità storiche verso questo paese e deve fare la sua parte fino in fondo”.

Le dichiarazioni dei sindacati

Per i sindacati “Stellantis in Italia e in generale l’automotive in Europa sono al collasso e quindi sono a rischio anche l’industria e l’occupazione, per questo urgono risposte dall’Ue, dal governo, da Stellantis e dalle aziende della componentistica. Il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, ad Agorà su Rai3 ha dichiarato che siccome il settore strategico dell’automotive è a rischio, “serve un rilancio delle politiche industriali”. Per Landini c’è la necessità che il governo convochi le parti sociali, Stellantis e le aziende della componentistica a palazzo Chigi “perché c’è bisogno di un piano strategico complessivo in Italia, e in Europa”.

In Italia attualmente vengono prodotte 300mila auto, quando in realtà se ne potrebbero produrre 1,5 milioni. È necessario “un piano straordinario di investimenti”, perché il rischio è quello di cancellare i posti di lavoro e di indebolire il settore industriale. “Non possiamo più aspettare. Paghiamo errori e ritardi, anche sull’auto elettrica. Serve insieme una discussione a livello europeo” ha affermato Landini. Per lui questa manifestazione serve anche per far capire che “bisogna aumentare i salari, fare una lotta vera all’evasione e tassare le grandi rendite e profitti, e combattere la precarietà”.

Il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, ha affermato che la richiesta a Stellantis è quella di rispettare l’impegno preso con il sindacato e con il governo “di rilanciare la linea dell’automotive nel nostro Paese, concentrando risorse, investimenti, nuovi modelli, aumentando la capacità produttiva, salvaguardando tutti i posti di lavoro”. Ha spiegato la situazione drammatica negli stabilimenti italiani, “con molta incertezza sul presente e paura soprattutto sul futuro”.

Infine ha sottolineato la richiesta del rispetto verso lavoratrici e lavoratori “che pretendono di avere il sacrosanto diritto alla certezza dell’occupazione”. Sbarra ha quindi dichiarato di aspettarsi “maggiore responsabilità sociale”: Stellantis deve presentare urgentemente un piano industriale per il rilancio dell’automotive e il governo deve accompagnarlo con una forte iniziativa politica. “Non accettiamo cassa integrazione e bisogna smetterla con le uscite dal gruppo”.

Anche il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, ha insistito sulla convocazione da parte del governo di Tavares, ad di Stellantis, insieme ai sindacati. Per lui il governo deve “chiedere di mantenere gli impegni presi da Stellantis in questi anni, in cui prendeva i contributi di questo Paese”, deve “intervenire per abbassare i costi dell’energia che sono troppo altri” e infine deve “chiarire qual è la linea di politica industriale”.

La risposta del ministro Urso

Il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha risposto alla mobilitazione a Roma e alle richieste dei sindacati, sottolineando di rispettare “i sindacati che oggi stanno manifestando”, ma di rispettare anche “le indicazioni del Parlamento”. Ed è per questo chela convocazione di Stellantis la farò solo domani“. Il ministro ha aggiunto di essere molto vicino ai sindacati e ai lavoratori, “loro lo sanno”.

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