La segretaria del Partito democratico, Elly Schlein, è intervenuta al congresso di +Europa, pronta a lanciare un appello all’unità sia per quanto riguarda il centrosinistra italiano sia per la situazione europea, sempre più messa in difficoltà dall’avvicinarsi delle minacce del presidente Usa, Donald Trump.
L’ex astro nascente del Pd è durissima nei confronti del governo italiano sia sul caso Almasri, il generale libico liberato nonostante il mandato di arresto della Cpi, sia sulla mancata firma dell’Italia alla dichiarazione congiunta di 79 dei Paesi membri della Corte dell’Aja, definita “una vergogna per la storia del nostro Paese“.
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Schlein continua a chiedere che le opposizioni lascino da parte le loro differenze per divenire più forti grazie alle caratteristiche che li accomunano, con l’obiettivo di costruire un’alternativa valida ed efficiente contro l’ondata di forze estremiste che sta sorgendo in Europa.
“La fase che stiamo vivendo è di rigurgito nazionalista in tutto il mondo, anche in Europa“, ha infatti ricordato il volto dei democratici, sottolineando però che queste stesse forze non sono imbattibili, ma possono essere sconfitte “unendo le nostre forze attorno ad una agenda concreta“. Le parole della leader dem arrivano in contemporanea al congresso dei Patrioti, a cui ha preso parte anche il leader della Lega Matteo Salvini, a Madrid, e lanciano quindi un duro segnale agli avversari, sempre più convinti di poter avere la meglio in Ue.
Schlein: “Il centrosinistra deve davvero unire le sue forze”
La leader del Pd ha quindi voluto ringraziare Riccardo Magi, segretario di +Europa, per averle sempre garantito l’apertura di una collaborazione, ricordando poi a tutte le altre forze delle opposizioni che il progetto “testardamente unitario” perseguito dalla segretaria si basa proprio sul presupposto dell’apertura, della capacità di convivere e di cercare soluzioni insieme.
“Non siamo d’accordo? Si può lavorare e trovare una sintesi insieme“, ha infatti spiegato Schlein, cercando di smuovere quelle forze che sembrano ancora troppo ancorate all’individualismo per comprendere che un’ampia maggioranza è forse l’unica alternativa da presentare contro l’esecutivo attuale. “Abbiamo davanti una strada difficile“, ha sottolineato la segretaria, evidenziando però come il centrosinistra sia in grado di migliorare, di essere più generoso e soprattutto mai autosufficiente nelle sue singole parti.
La strada che la leader democratica vuole seguire, quindi, è quella improntata a trovare i grandi punti in comune che legano le varie forze politiche, come il tema dei salari e quello della sanità, per poi lavorare al fine di “valorizzare le diversità senza però annullarle“. Così mentre i governi di destra europei si coordinano e utilizzano le stesse parole d’ordine, gli stessi mezzi e puntano agli stessi nemici, le opposizioni devono trovare una strada comune che riesca a fare da argine a questa crescita.
Schlein: “Meloni non può continuare a scappare”
A seguito dell’appello alle forze di opposizione, Elly Schlein ha deciso di dedicare il resto del suo intervento alle azioni compiute dall’esecutivo Meloni. Citando i poteri forti, che la destra avrebbe “portato a casa sua“, e la decisione di Meloni di aprire i contatti con Trump, Schlein ha tracciato una panoramica dell’attualità politica del Paese.
Il caso Almasri, però, non è ancora stato dimenticato. “Meloni non può continuare a scappare dalle sue responsabilità“, ha sostenuto la segretaria, esortando nuovamente il premier a venire in Parlamento per chiarire la sua posizione sul caso della liberazione del generale libico. La leader del Pd ha poi sostenuto che, forse, la verità sia più semplice di quanto finora immaginato: “Il rimpatrio di Almasri è avvenuto perché avevano il timore che avrebbero smesso di fare il loro sporco lavoro in Libia“.
Inoltre, il volto dem ha sottolineato come le informative dei ministri della Giustizia e dell’Interno al Parlamento non siano state sufficienti, in quanto non avrebbero chiarito i punti cruciali della questione, ma avrebbero “continuato a contraddirsi tra di loro“. Sul caso dei dazi Usa, invece, Schlein si concentra sul possibile ruolo di Meloni, che nelle scorse settimane è stata definita il “ponte” tra gli Stati Uniti e l’Unione europea.
Schlein: “Serve unità per rispondere ai dazi”
“Attenzione, perché da prima della classe a funzionale a un disegno di disgregazione da parte di Trump il passo è molto breve“, ha avvisato la segretaria, sostenendo inoltre che la strada della trattativa bilaterale che il premier vorrebbe portare avanti secondo il principio dell'”ognuno si salva da sé” potrebbe portare l’Italia a schiantarsi. Schlein, invece, esorta i Paesi membri dell’Ue ad unirsi per un percorso comune che possa realmente rappresentare un muro invalicabile dalle politiche del presidente Usa.
La dem ha ricordato che proprio in questo momento l’Unione europea si trova davanti ad un bivio, per cui dovrà decidere se compiere un salto di qualità per quanto riguarda l’integrazione o l’unità, oppure rischierà di essere “cancellata“. La segretaria del Pd, a tal proposito, ha però voluto anche sottolineare come avere più unità in Europa significhi anche una diminuzione dell’unanimità, ovvero la necessità di “superare il potere di veto e marciare verso un’unità che è anche federativa“.
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