La vittoria al primo turno di Marie Le Pen con il Rassemblement National in Francia ha smosso gli equilibri nazionali e internazionali. La destra in Europa sembra essere compatta e tale condizione preoccupa la sinistra italiana. Prima tra tutti la segretaria del Partito democratico, Elly Schlein che alla Stampa afferma: “Davanti all’affermazione di una forza politica di estrema destra nazionalista è importantissimo il segnale che hanno dato il fronte popolare e i liberali: un accordo per fermare il Rassemblement National“.
Il volto dem parla di un campo plurale che davanti al rischio di un governo di estrema destra riesce a mettere in primo piano le battaglie che uniscono: giustizia sociale, conversione ecologica, lavoro dignitoso, diritti. “Spero ci sia da spunto per non ripetere gli errori del passato. Il tempo dei veti è finito, è il momento di mettere insieme le nostre differenze attorno a un’alternativa credibile e solida. Sono ottimista perché lo stiamo già facendo. Il giorno in cui hanno approvato il premierato in prima lettura abbiamo fatto una manifestazione unitaria. Sui temi concreti possiamo costruire la coalizione che batte Giorgia Meloni. Ho detto quel giorno che noi le alleanze dobbiamo farle sui “per” più che sui contro“.
Schlein: “Pd è perno di un’alternativa alle destre”
“Alle Amministrative uniti abbiamo vinto in sei capoluoghi di regione su sei, eleggendo anche tre sindache. Abbiamo presentato candidati credibili sulla base di un programma condiviso. Le Europee ci hanno fornito un quadro chiaro: il Pd è il perno della costruzione di un’alternativa alle destre, ma non si sente autosufficiente. Noi non abbiamo mai messo veti su altre forze. E adesso non siamo più disponibili a subirne“, continua la Schlein.
Per la segretaria del Nazareno Le Pen e Meloni “possono cambiarsi il vestito quanto vogliono, ma restano sempre quello che sono. Li conosciamo per le loro posizioni e anche per i toni. Sono tra coloro che non hanno mai fatto differenze tra i conservatori e riformisti di Ecr e Identità e democrazia di Salvini e Le Pen. Dentro Ecr c’è Zemmour, razzista, omofobo, fan di Putin. È un’estrema destra nazionalista, stanno insieme solo per accordi di potere“.
Il focus della Schelin spinge su una forte mobilitazione dell’intera sinistra. Il volto dem afferma di aver parlato con Olivier Faure e Raphael Glucksmann che hanno detto: “Dove siamo terzi, ritiriamo i candidati. Penso sia giusto lo facciano anche quelli di Macron e trovo sconcertante la scelta dei Repubblicani francesi, che fanno parte del Ppe, di non dare indicazioni di voto“. Con un’affluenza molto alta, Le Pen resta al 33,2%: “Era chiaro dopo le Europee che stava crescendo ma credo sia una sorpresa positiva la buona affermazione del Fronte popolare, che ha tre settimane di vita. Mi colpisce il dato delle nuove generazioni, che lo premiano con oltre il 40 per cento sotto i 24 anni. Mi ha ricordato il nostro risultato alle Europee, primi tra gli under 30 e al Sud, e mi ha dato speranza“.