Schlein non fugge più: via libera alla sfida contro Meloni e Conte

Elly Schlein abbandona il silenzio e l'indifferenza ed abbraccia lo scontro diretto. In agenda due nuovi obiettivi: scontro aperto contro il premier e guerra aperta contro Conte, avversario numero uno del centrosinistra

Redazione
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Elly Schlein è pronta a lottare duramente. Basta silenzi stampa e lunghe attese prima di replicare agli attacchi degli avversari, sia della maggioranza che dello stesso centrosinistra, ora è il momento di agire. Il primo cambio di passo si era già registrato durante il Premier Time, quando la segretaria dem aveva dimostrato di poter tenere testa a Giorgia Meloni, riuscendo a toglierle spazio e a dimostrare che non sempre le abilità comunicative sono efficienti, quando manca la sostanza. Poi un nuovo calo durante l’incontro con Conte in occasione della presentazione del libro di Roberto Speranza, dove Elly Schlein è rimasta in silenzio per ben 50 minuti mentre Conte attacca il Pd su ogni fronte.

Giuseppe Conte
Giuseppe Conte

Lo scontento dei democratici non si è fatto attendere e Schlein nella stessa giornata ha deciso di controbattere al pentastellato, annunciando che il Pd “è stanco di essere preso a schiaffi“, soprattutto da chi dovrebbe essere un alleato e non un nemico. Conte è però rancoroso e l’ascesa di Schlein come capo del centrosinistra e come avversario privilegiato di Meloni proprio non riesce ad accettarla. L’ambizione della dem di costruire un’alternativa al premier non sembra realizzabile, almeno non prima che Conte seppellisca l’ascia di guerra.

Schlein e il nuovo impianto comunicativo

Elly Schlein ha due nuovi obiettivi in agenda: da un lato polarizzare la campagna elettorale assumendosi finalmente la carica di avversaria numero uno di Meloni e dall’altro tacitare Giuseppe Conte che con i continui attacchi al Pd cerca di riprendersi la scena e tornare sotto i riflettori. Nessuno dei due compiti è semplice, ma sicuramente il leader grillino rappresenta uno scoglio più complesso da superare.

Giorgia Meloni
Giorgia Meloni

Schlein ha già iniziato a ribattere al premier, soprattutto sui punti più divisivi della corsa alle europee. Prima il tetto ai finanziamenti per la sanità, ora il caso Ilaria Salis. Troppe attese e troppi silenzi su un caso che dovrebbe essere risolto il prima possibile. A dare man forte a Schlein è proprio Meloni che come sempre non fugge allo scontro, anzi lo cerca, soprattutto con la leader dem. L’apice del dibattito si raggiungerà con l’ormai attesissimo duello televisivo previsto tra marzo e aprile, dove le due leader avranno l’occasione di parlare apertamente, testa a testa.

Schlein e l’immenso problema Conte

Se Meloni sembra una sfida superabile, Giuseppe Conte rappresenta una preoccupazione non trascurabile per il Pd. La strategia iniziale di Schlein, fatta di silenzi e indifferenza, non ha funzionato e Conte ha continuato ad alzare il tiro fino a portare i democratici allo stremo. “Ci attacca più di Meloni, non è la strada giusta” ha ribadito Schlein, poche ore dopo l’incontro mediato da Speranza.

L’agenda di Schlein prevedeva la totale noncuranza nei confronti degli attacchi del leader pentastellato, così da minare il suo obiettivo. Senza attenzione sarà più complesso per Conte tornare alla ribalta, pensava così Elly Schlein, non tenendo conto che tra le abilità di un avvocato c’è anche quella di saper parlare da solo. Inoltre, la segretaria non ha potuto evitare a lungo lo scontento del partito, che ha iniziato a nutrire sempre più dubbi sulla sua figura.

il difforme francesco boccia
Francesco Boccia

Non si può fare campagna contro le opposizioni, loro senza di noi dove vanno? E noi senza di loro? – tuona la leader del Pd – Dobbiamo essere uniti contro il centrodestra, altrimenti la gente, vedendoci litigare, finisce per credere che l’alternativa a Meloni non esista e così facendo, anche senza volerlo, si rischia di piacere alla destra“. Si unisce al coro anche Francesco Boccia, che ha risposto a Conte sottolineando che: “Se continua così Meloni resta a Palazzo Chigi anche dopo il 2027“.

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