Schlein e la contromanovra: i 5 punti per unire l’opposizione

I 5 punti di Schlein sarebbero: sanità pubblica, istruzione e ricerca, lavoro e stipendi, politiche industriali e transizione ecologica, diritti sociali e civili

Redazione
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La leader del Partito Democratico Elly Schlein ha messo a punto un piano per rendere più unita l’opposizione e risolvere le divisioni interne del centrosinistra. È stato definito “contromanovra”, anche se il responsabile Economia del Pd Antonio Misiani preferisce piuttosto chiamarlo “agenda alternativa di politica economica e sociale”.

Il piano di Schlein e la reazione del centrosinistra

Questo piano consiste in 5 punti, ovvero 5 tematiche, di cui la leader del Pd ha parlato durante la Festa dell’Unità di Reggio-Emilia: sanità pubblica, istruzione e ricerca, lavoro e stipendi, politiche industriali e transizione ecologica, diritti sociali e civili.

Elly Schlein
Elly Schlein

Ma la convinzione di Schlein di poter puntare tutto su questi temi per rendere più coesa l’opposizione, si scontra con la realtà dei fatti di un centrosinistra pieno di differenze interne. Il Movimento 5 stelle torna a chiudere a Italia viva. Alleanza verdi e sinistra è pronta al confronto. Azione apre, anche se non tutti sono d’accordo con un ulteriore avvicinamento ai democratici.

Italia viva guarda con interesse all’ipotesi, mentre il partito deve affrontare l’addio di Luigi Marattin e di vari dirigenti locali. I democratici si schierano con la leader: dai responsabili di segreteria ai capigruppo, tutti sostengono questo piano. Il capogruppo in Senato Francesco Boccia ha dichiarato che questi 5 punti sono “la tavolozza su cui costruire, nel Paese e in Parlamento, lo schieramento alternativo con il Pd a fare da perno”.

In attesa del perfezionamento del piano, il centrosinistra inizierà a cercare convergenze sulle 5 linee guida in Parlamento, probabilmente già quando in Aula approderà il Piano strutturale di bilancio. Il responsabile Riforme del Pd Alessandro Alfieri invita la maggioranza a discutere il Psb prima di portarlo in Consiglio dei ministri e per Misiani, trovare una risoluzione comune delle opposizioni al Psb potrebbe essere un’opportunità “per definire le priorità, dopo aver lavorato sulle convergenze con gli altri partiti, ma senza veti”.

Il Pd afferma: “Non stiamo a discutere di veti e di nomi, ma della vita concreta delle persone, il dibattito sui nomi è scadente e scaduto”. Il M5s commenta “non può esistere un campo programmatico affidabile e credibile con Matteo Renzi dentro”. Ma comunque apre sulle priorità, anche se specifica che le parole di Schlein sono “molto generali”, quindi “per diventare un programma andrebbero riempite di proposte”. Dicono di essere d’accordo sui temi, l’importante è discuterne insieme, “perché l’alternativa a Meloni è un impegno collettivo”.

In Avs sono disposti al confronto in Parlamento dentro una piattaforma di centrosinistra sulla manovra. Per alcuni di Azione restano invece i dubbi sulle alleanze future nel campo largo, ma comunque sperano che alle parole di Schlein segua un lavoro concreto su un emendamento comune. Dentro Iv c’è interesse per la contromanovra di Schlein, ma il partito deve affrontare i primi problemi post decisione del posizionamento nel centrosinistra voluto da Renzi.

La situazione all’interno di Iv

La decisione del leader ha provocato l’abbandono del partito Iv da parte di Luigi Marattin e alcuni dirigenti, che attaccano il metodo di Renzi. La coordinatrice nazionale Raffaella Paita ribatte: “Appena Renzi ha accettato la richiesta di fare un altro congresso, alcuni degli amici guidati da Marattin hanno preferito lasciare”. Per Paita questa del metodo è solo una scusa e “le dimissioni di oggi confermano che la scelta di costruire un nuovo centrosinistra è faticosa per tanti di noi, ma necessaria”.

Marattin ha spiegato di aver abbandonato, poiché ha l’intenzione di creare nei prossimi 3 anni “un partito liberaldemocratico”, a partire dalla neonata associazione “Orizzonti liberali”. I numeri degli abbandoni di Iv per Marattin sarebbero di circa una trentina di dirigenti locali, tra cui alcuni presidenti provinciali. Seguendo fonti di Iv si parla di cento iscritti su 24mila.

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