Schlein difende Merola per aver esposto la bandiera palestinese: chi ha ragione?

La recente decisione del Sindaco di Bologna, Virginio Merola, di esporre la bandiera palestinese presso Palazzo D'Accursio, ha scatenato una marea di reazioni indignate, alimentando un acceso dibattito su questioni di identità, politica e solidarietà internazionale. Nella giungla di opinioni polarizzate contro la Palestina o contro Israele, la questione Gaza risulta essere, invece, molto più complessa

Gian Luca Giosue
4 Min di lettura

Tra coloro che hanno espresso il loro sostegno alla mossa del Sindaco di Bologna vi è Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico, la quale ha difeso la decisione di Merola come un atto di solidarietà nei confronti del popolo palestinese. Schlein ha argomentato che esporre la bandiera non implica un’approvazione del terrorismo, ma piuttosto un gesto di empatia verso una popolazione che vive una situazione di conflitto prolungato. 

Schlein ha inoltre criticato l’equiparazione tra Hamas e l’intero popolo palestinese, sottolineando che tale modo di pensare non fa che polarizzare ulteriormente la questione anziché contribuire a una soluzione pacifica. Il sostegno al Sindaco è stato ribadito anche da Pier Luigi Bersani, ex segretario del PD, il quale ha interpretato l’esposizione della bandiera come un atto di denuncia contro la violenza e un richiamo alla necessità di trovare una soluzione pacifica al conflitto.

Merola accusato di alimentare l’antisemitismo

Al contrario, Fratelli d’Italia ha criticato aspramente l’iniziativa, definendola “faziosa e irresponsabile“. Il viceministro Bignami ha incluso l’esposizione della bandiera palestinese tra i gesti che alimentano l’antisemitismo, sollevando preoccupazioni riguardo alla polarizzazione del dibattito. Anche all’interno della comunità ebraica di Bologna sono emerse divergenze di opinione. Il presidente Daniele De Paz ha ritenuto che l’esposizione della bandiera fosse divisiva, sottolineando la necessità di promuovere il dialogo e la comprensione reciproca. 

In risposta alle polemiche e al fine di promuovere un messaggio di pace e inclusione, il Sindaco Merola ha deciso di affiancare alla bandiera palestinese anche quella della pace, sottolineando così la volontà di promuovere un dialogo costruttivo e una visione di un futuro pacifico per tutti.

Virginio Merola, sindaco di Bologna
Virginio Merola, sindaco di Bologna

Hamas e Palestina: una questione complessa

La controversia attorno alla decisione del Sindaco di Bologna di esporre la bandiera palestinese evidenzia la complessità del dibattito sulla guerra a Gaza. Un dibattito che negli ultimi mesi ha suscitato profonde divisioni e divergenze di opinioni sulle responsabilità del conflitto e l’identità sociale e politica dei due attori coinvolti. L’intero popolo palestinese non può effettivamente essere ridotto al solo gruppo Hamas, e pertanto, le azioni terribili commesse il 7 ottobre scorso al festival Nova non possono essere ascritte alle decine di migliaia di civili uccisi, feriti o rimasti senza casa.

Al tempo stesso però, il governo palestinese è attualmente presieduto dalla stessa Hamas: è Hamas che rappresenta quegli stessi civili, che parla in nome del popolo e che attualmente ha il potere di accettare o rifiutare accordi con Israele per l’interruzione del conflitto. Pertanto escludere il gruppo terroristico dal concetto di Palestina non può ugualmente essere realistico, e nell’eventualità in cui si dovesse concretizzare la risoluzione a “Due popoli, due Stati”, Israele si troverebbe effettivamente Hamas come vicino di casa. 

D’altro canto, lo stesso concetto vale anche per Israele. Il governo di Netanyahu sta portando avanti da mesi un massacro di civili sulla Striscia di Gaza, giustificando gli attacchi proprio sulla base del fatto di voler estirpare Hamas dalla Palestina per proteggere il suo popolo da futuri attacchi terroristici orribili quanto quello del festival Nova. Eppure, sarebbe del tutto fuorviante ricondurre l’intero popolo israeliano o ebreo al solo governo di Netanyahu. Soprattutto se si considera che negli ultimi mesi, buona parte di quel popolo ha protestato per rimuovere Bibi dalla sua carica, e diversi intellettuali ebrei, come la scrittrice Edith Bruck, si sono scagliati contro di lui e la carneficina eseguita dal suo esercito in mesi di conflitto. 

© Riproduzione riservata

TAGGED:
Condividi questo Articolo