Dazi, anche Schlein pronta ad una sua proposta: al centro il salario minimo e lo stop al caro bollette

Tra le proposte dei membri del Partito democratico vi sarebbe lo stop alle delocalizzazioni delle aziende e l'adeguamento dei salari, nello specifico con l'approvazione del salario minimo. Si proseguirà poi con rinnovi contrattuali e con la sterilizzazione del caro bollette in settori in cui si può agire sin da subito

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La segretaria del Pd, Elly Schlein, non ha intenzione di lasciare nelle mani del governo Meloni la gestione dell’eventuale crisi legata ai dazi statunitensi. Lo conferma lo stesso partito, che starebbe lavorando ad una piattaforma di proposte, studiate a seguito di incontro con imprese e rappresentanti dei lavoratori che vuole rispondere ai bisogni dei cittadini e “offrire strumenti efficaci di prevenzione e tutela“.

Così, mentre il Presidente del Consiglio si prepara per il viaggio a Washington, previsto per il prossimo 17 aprile, i democratici continuano il loro giro di consultazioni. La paura di 90 giorni ai dazi reciproci, annunciata due giorni fa dal presidente americano, Donald Trump, non si è dimostrata abbastanza per placare i dubbi dei dem, che temono che le trattative possano concludersi con un nulla di fatto.

In quel caso, quindi, bisognerà essere pronti con risposte adatte che diano realmente sollievo agli imprenditori e ai lavoratori, e di conseguenza alle famiglie italiane, tra i primi colpiti dalle conseguenze dei dazi. Al momento in Europa e in Italia sono in vigore i dazi generalizzati del 10% imposti da Trump e quelli al 25% sul settore dell’automotive e dell’industria dell’acciaio e dell’alluminio.

Il lavoro del Pd in risposta ai dazi

Il partito democratico, quindi, sta proseguendo i suoi incontri con le parti industriali e i sindacati, al fine di elaborare una risposta ai dazi che sia realmente efficiente. Dopo le riunioni con Confindustria, Cgil, Cisl e Uil, domani Elly Schlein incontrerà imprenditori e parti sociali, con l’obiettivo di “approfondire le conseguenze della politica dei dazi, la situazione economica del Paese e illustrare le proposte del partito“. Lo scorso giovedì, la segretaria ha già incontrato imprese e sindacati, mentre domani sarà il turno di rappresentanti del mondo dell’agricoltura, delle associazioni cooperative, di artigiani e piccole e medie imprese.

Elly Schlein, segretaria del Pd
Elly Schlein, segretaria del Pd

Secondo fonti del partito si tratterebbe di vere e proprie consultazioni, finalizzate ad intervenire laddove il governo non è ancora arrivato, cercando di porre rimedio al suo presunto “immobilismo“. Il fine sarò quello di fornire una risposta concreta all’emergenza economica, per poi “affinarla e tradurla” in proposte che siano sin da subito efficaci.

L’esempio da seguire, secondo i membri del Pd, è quello del governo socialista spagnolo di Pedro Sanchez che, subito dopo la notizia dei dazi reciproci di Trump, ha annunciato al Paese 14 miliardi di aiuti alle imprese. Un obiettivo che i democratici vorrebbero raggiungere anche in Italia. “Il governo ha sentito solo le imprese, cosa che facciamo anche noi, ma ignorando i rappresentanti dei lavoratori“, hanno spiegato fonti del partito, per poi aggiungere durissimi: “Si tratta di un esecutivo fermo, che ha aspettato troppo e che ha fatto trovare il Paese impreparato“.

Tra le proposte dei membri del Partito democratico vi sarebbe lo stop alle delocalizzazioni delle aziende e l’adeguamento dei salari, nello specifico con l’approvazione del salario minimo. Si proseguirà poi con rinnovi contrattuali e con la sterilizzazione del caro bollette in settori in cui si può agire sin da subito. L’obiettivo primario è bloccare il sovra indebitamento delle famiglie italiane, dal loro punto di vista già troppo sfuggito di mano.

Il piano del governo per rispondere ai dazi e supportare le imprese

Lo scorso 8 aprile, il governo Meloni ha annunciato una serie di soluzioni che potrebbero entrare in atto nel momento in cui il settore industriale italiano dovesse incontrare una crisi legata ai dazi. Come spiegato dal Presidente del Consiglio, il processo si svolgerà su tre direttrici diverse. Le prime dure riguardano la riprogrammazione di alcuni fondi provenienti dal Pnrr e della Coesione, rispettivamente 14 miliardi e 11 miliardi, mentre l’ultimo prevede una revisione del piano per il Clima.

Prima di attuare queste misure, però, il premier volerà negli Usa per discutere direttamente con Donald Trump la questione dei dazi. “Proporrò di azzerare i reciproci dazi sui prodotti industriali esistenti con la formula ‘zero per zero’“, ha annunciato Meloni, chiarendo che si tratterebbe di un’iniziativa europea e non solamente italiana. Il Presidente del Consiglio ha voluto però ricordare all’Ue che, affinché questo piano sia realmente efficace, l’Europa dovrebbe eliminarei dazi che si è autoimposta“, ovvero le regolamentazioni del Green deal, che rischiano di affossare ancora di più le imprese degli Stati membri.

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