La segretaria del Pd Elly Schlein ha accolto con una certa rabbia e un certo sdegno i contenuti dell’intervista che il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha rilasciato al Financial Times. Un intervento che, come sottolineato dalla stessa testata internazionale, non ha voluto dare contro alla Casa Bianca né dare inizio a polemiche con gli Usa. Così, per il premier le parole di JD Vance, che ha criticato il sistema di valori dell’Europa, sono in parte condivise perché “l’Ue su questo si è un po’ persa“, mentre i progetti protezionistici del Tycoon sono solo un proseguimento di quanto iniziato dal suo predecessore, Joe Biden.
Di fronte a tali dichiarazioni, la segretaria del Pd ha deciso di non rimanere in silenzio, ma di rivolgersi direttamente al capo del governo per chiedere spiegazioni e soprattutto per esortarla a chiarire davanti agli italiani quali sarebbero i motivi che l’avrebbero spinta a dare vita a questo tipo di rapporto rispettosissimo e piuttosto stretto con gli Stati Uniti. La leader dei democratici, quindi, critica nella sua totalità l’impronta filo-statunitense che il premier avrebbe dato all’intervista, arrivando anche a spiegare quali potrebbero essere le conseguenze del comportamento del premier.
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Elly Schlein ha sostenuto che il Presidente del Consiglio avrebbe “scelto di difendere l’interesse nazionale, ma quello americano“, di fatto sottintendendo che le azioni di Meloni non siano effettivamente messe in atto nella salvaguardia dell’Italia. Secondo la leader dem ad oggi questo assunto sarebbe “più chiaro che mai“, visto che il premier avrebbe “deciso di indossare il cappellino MAGA, ammainando di fatto da Palazzo Chigi la bandiera italiana e quella europea“.
Questo comportamento, però, si tramuterebbe in un problema gravissimo per l’interesse nazionale italiano, soprattutto se il capo del governo decide di dare ragione a JD Vance, il numero due della Casa Bianca, che alcune settimane fa ha duramente criticato la presunta assenza di libertà e diritti in Europa e che in una chat con altri funzionari Usa ha definito l’Europa “parassita“. Secondo Schlein, l’allineamento di Meloni con queste figure insulterebbe il popolo italiano e dovrebbe quindi avere una chiarificazione urgente.
Un altro tema che ha bisogno di una spiegazione riguarda il motivo per cui Meloni abbia deciso di definire Trump “il primo alleato dell’Italia“. Secondo Schlein, infatti, sarebbe controproducente parlare di alleanze con il capo di uno Stato che ha deciso di colpire l’Ue e altre Nazioni con dazi del 25% sulle merci. “Sono tariffe che pagheranno le imprese, i lavoratori e le famiglie italiane“, ha spiegato la segretaria del Pd, sostenendo che dal suo punto di vista, Meloni dovrebbe decidere di trattare con gli Usa per chiedere loro di porre fine a questa guerra commerciale e dare inizio a un ragionamento di tipo diverso.
Al contrario, secondo il volto dei democratici, il primo ministro si starebbe trasformando giorno dopo giorno “nel cavallo di Troia dell’amministrazione Trump all’interno dell’Unione europea“, ovvero uno strumento che gli oligarchi americani starebbero usando per fare i loro interessi all’interno del Vecchio Continente. Una possibilità che si tramuterebbe in un “fatto grave e imbarazzante per l’Italia“, in quanto Paese fondatore dell’Ue e che quindi necessita di uno stop deciso che “fermi questa deriva e difenda gli interessi e l’orgoglio di Italia ed Europa“.
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