Schlein sul campo largo: “A me interessa coalizione progressista, da soli non bastiamo”

La segretaria dem afferma che il Pd, essendo prima forza della coalizione, deve mediare: "Se gli altri hanno problemi, questi diventano i nostri. E se dobbiamo fare scelte come in Liguria, le facciamo"

Redazione
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La segretaria del Partito Democratico Elly Schlein, una dei leader del campo largo, è stata ospite al programma In altre parole su La7, dove ha condiviso le sue considerazioni riguardo ai principali fatti di attualità e alle alleanze nel centrosinistra. L’intervista si tiene in un momento di difficoltà per la coalizione, dato che il leader del M5s Giuseppe Conte ha escluso la possibilità di allearsi con Italia viva di Matteo Renzi e ha dichiarato la fine del campo largo. 

Elly Schlein su campo largo e regionali

La segretaria del Pd cerca di sviare alla domanda sulla situazione del campo largo, puntando sull’affermazione che “campo largo è un’espressione che non ho utilizzato neanche io”, sottolineando come la cosa importante per lei sia creare una coalizione progressista. “Noi abbiamo lavorato con il M5S e con Avs e da soli non bastiamo afferma. La dem dichiara che in quanto prima forza dell’opposizione, il Pd deve svolgere il ruolo di mediatore: “Se gli altri hanno problemi, questi diventano i nostri. E se dobbiamo fare scelte come in Liguria, le facciamo”.

Elly Schlein
Elly Schlein

Ma la tensione del centrosinistra non può essere nascosta. Si nota dal fatto che i leader evitano di presentarsi insieme agli eventi: la freddezza fra Conte e Schlein sulla scalinata della Corte di Cassazione in occasione della consegna delle firme per la legge sulla cittadinanza, la manifestazione da “separati” a Roma per protestare contro il ddl Sicurezza e l’evento al centro congressi Frentani con l’assenza di Conte e Fratoianni. È difficile immaginare che si possa convocare un tavolo di coalizione per calmare le acque e il punto della situazione molto probabilmente si farà solo dopo le regionali in Liguria, Emilia Romagna e Umbria.

Riguardo proprio alle elezioni regionali, Schlein ci tiene a specificare che sono i territori che stanno lavorando alle alleanze. E infatti in Emilia-Romagna c’è stato un confronto tra il candidato del Pd Michele de Pascale, e il presidente del M5S Conte. Il candidato dem ha dichiarato di essere ottimista e che l’importante è “non interpretare le nostre elezioni come prova generale di quelle nazionali”. 

Una soluzione potrebbe essere raggiunta se Iv rinunciasse al simbolo per una lista centrista con +Europa. È tutto nelle mani di de Pascale, ma per ora sembra funzionare la strategia di separare i due livelli regionale e nazionale: nella presentazione del programma di de Pascale i 5 Stelle hanno lavorato insieme a Iv. In attesa di ulteriori novità, i dem ricordano comunque che in Emilia-Romagna Iv è già in maggioranza nell’amministrazione regionale uscente. 

Intanto Schlein ha concluso le due giornate per sostenere Andrea Orlando, candidato pd in Liguria, puntando tutto sull’affossare l’avversario: “Marco Bucci (candidato del centrodestra in Liguria) è la piena continuità con Giovanni Toti, con una gestione del potere che non è il nostro”.

La tassa patrimoniale

Dopo aver attaccato il ministro dell’economia Giorgetti e la stessa premier “che dopo aver strizzato gli occhi agli evasori mettono nero su bianco che aumenteranno le accise sul diesel” apre a una tassa patrimoniale. Schlein precisa che “non è un tabù, ma va fatta bene, per i miliardari”, spiegando che al G20 ne hanno discusso, per iniziativa del presidente brasiliano Lula: si è parlato di una proposta che riguarda i miliardari, “una tassazione internazionale o quanto meno europea”.

Per la segretaria del Pd il governo attuale italiano fa pagare “i sacrifici” ai soliti: “a chi vengono prelevati i soldi in busta paga e ai poveri”. Il sistema fiscale italiano è per Schlein “iniquo, complesso”, mentre altri paesi europei hanno sistemi più semplici. Il principio del sistema fiscale deve essere per la dem l’equità orizzontale: tanto guadagni, tanto paghi, che è il contrario di come la destra di Meloni sta affrontando la materia fiscale”. In un momento di crisi del campo largo, Schlein si aggrappa alla patrimoniale, un tema fortemente sentito dalla sinistra, in primis da Nicola Fratoianni di Avs, col tentativo di fare un primo passo per riunire i partiti.

Medio Oriente

Parlando della manifestazione pro Palestina non autorizzata che si è tenuta a Roma sabato scorso, la leader del Pd dichiara che nessuno dei dem ha partecipato e che non è stata organizzata dal Pd. “Noi condanniamo ogni metodo violento e ogni azione violenta, ma in quella piazza c’erano tanti ragazzi che volevano semplicemente trovare un luogo dove manifestare per la pace” afferma, sottolineando che fortunatamente è stata perlopiù pacifica, nonostante gli scontri che sono stati gestiti, “anche se purtroppo con dei feriti”.

La leader Pd chiarisce che i dem non condividono chi esalta Hamas e l’attacco del 7 ottobre, ma precisa che chi condanna le azioni del governo israeliano non è antisemita. “Non è antisemitismo. Io rivendico il nostro diritto di criticare duramente le scelte di questo governo israeliano che sta portando volutamente a una escalation a livello regionale per preservare il futuro politico di Netanyahu” dichiara.

Schlein parla anche del colloquio avuto con la presidente Giorgia Meloni riguardo alla crisi mediorientale, nel quale la dem ha detto alla premier che “vogliamo vedere uno sforzo diplomatico e politico del governo italiano e dell’Europa per spingere la comunità internazionale a fare tutta la pressione che serve per far finire questa guerra, per cessare il fuoco, per liberare gli ostaggi, per fermare il massacro di civili in corso in Palestina”.

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