Daniela Santanchè continua a pronunciare ciclicamente, davanti ai cronisti che la interpellano sulle varie grane giudiziarie che la riguardano, quello che è divenuto una sorta di mantra: “Io non sono assolutamente preoccupata“. La ministra del Turismo lo ha ribadito anche a margine della sua visita alla Bit, la Borsa internazionale del turismo, che si tiene alla Fiera di Milano a Rho, a coloro che le chiedevano sensazioni ed emozioni riguardanti l’udienza che la vedrà protagonista a marzo, riguardante il rinvio a giudizio per il presunto caso di truffa all’Inps sulla cassa integrazione Covid.
La ministra ha infatti sostenuto di star continuando a lavorare “tranquillamente” e di essere pronta a “rispondere a tutto“, mentre continua a portare avanti i suoi compiti e a raggiungere gli obiettivi che il governo ha posto al suo ministero. Anche per dar forza a queste affermazioni, la ministra ha sottolineato come il settore del turismo italiano “stia andando bene“, come dimostra il tendenziale del 2024, non essendoci ancora il consuntivo, che “conferma e supera i dati del 2023“.
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Santanchè ha quindi evidenziato come il 2024 sia stato “un buon anno” per il turismo, come dimostrano in particolare i fati riferiti al mese di novembre, in cui è stato registrato un +11% rispetto all’anno precedente. “Vuol dire che le politiche che abbiamo messo in atto per destagionalizzare, che è una parola chiave del successo, stanno funzionando“, ha infatti dichiarato la ministra del turismo.
Santanchè, l’udienza del 26 marzo sulla presunta truffa all’Inps
Il prossimo 26 marzo la magistratura di Milano avrà il compito di giudicare Daniela Santanchè, imputata per truffa aggravata all’Inps, come deciso dalla Corte di Cassazione, a cui era stato sottoposto il caso del possibile trasferimento del processo alla Procura di Roma. La questione di competenza territoriale era stata sollevata dall’avvocato della difesa, Nicolò Pelanda, ed è stata rigettata dalla Corte, che ha dunque impedito il rallentamento del procedimento che, se trasferito a Roma, avrebbe dovuto tornare alla fase di chiusura delle indagini.
Il processo riguarda l’accusa nei confronti della ministra, del suo compagno Dimitri Kunz e di una terza persona, di truffa aggravata, che si inserisce all’interno di uno dei filoni dell’indagine su Visibilia, per presunte irregolarità legate alla cassa integrazione ottenuta per 13 dipendenti durante il periodo della pandemia da Covid-19.
Secondo quanto affermato dall’accusa, nel periodo compreso tra il 31 maggio 2020 e il 28 febbraio 2022, Santanchè e Kunz avrebbe preso decisioni relative alla gestione della società, essendo consapevoli di aver ottenuto indebitamente la cassa integrazione in deroga per 13 dipendenti, con l’obiettivo di “sostenere le imprese colpire dagli effetti” del periodo Covid.
Le indagini avrebbero raccolto le testimonianze di alcuni dipendenti che avrebbero continuato a svolgere le loro mansioni, nonostante i versamenti dell’Inps. Gli inquirenti, quindi, contestano che gli imputati avrebbero dichiarato che i dipendenti erano in cassa “a zero ore“, mentre svolgevano in realtà le loro mansioni in smartworking.
Il caso ha convinto i parlamentari del Movimento 5 Stelle a presentare una mozione di sfiducia nei confronti della ministra, che dovrebbe essere discussa alla camera domani, il 10 gennaio, e votata il giorno successivo.
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