Santanchè, l’inchiesta “Open to fallimento”: 5 luglio l’informativa al Senato

Bufera per la ministra del Turismo Daniela Santanché: l'inchiesta di Report avrebbe scoperto il suo operato fraudolento

Redazione
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Una bomba quella sganciata da Report nella sua inchiesta “Open to fallimento” per la ministra del Turismo, Daniela Santanché. Dipendenti non pagati, tfr non erogati e cassa integrazione usata in modo fraudolento, sono le accuse a carico della ministra.

Santanché: l’informativa attesa al Senato

Grande attesa per l’informativa a Palazzo Madama per la ministra del Turismo. Il 5 luglio alle 15 la Santanché sarà attesa in Aula. L’inchiesta “Open to fallimento” trasmessa da Report ha messo a dura prova la reputazione della ministra, sotto accusa per azioni fraudolente.

Il presidente del Senato, Ignazio La Russa ha dichiarato: “La ministra avrà piena libertà di decidere se riferire solo al Senato o in entrambe le Camere“. Davanti la notizia dell’informativa della Santanché, Luca Ciriani, ministro per i rapporti con il Parlamento ha poi sottolineato: “Ringrazio la ministra Santanchè per la sua disponibilità, non era tenuta a questa informativa siamo di fronte a un caso che si è creato unicamente per una trasmissione televisiva“.

La replica della Santanché

A qualche giorno dalla messa in onda dell’inchiesta di Report la ministra del Turismo, Daniela Santanché risponde: “Dirò tutto, sono 23 anni che faccio politica, ci ho sempre messo la faccia. Mi sembra che la maggioranza sia non solo compatta ma più compatta. Dovete cercare altre cose per far sì che la maggioranza non sia compatta“.

Sulla richiesta di dimissioni lanciata dall’opposizione, la ministra risponde: “Dimissioni? E su che cosa? Andiamo dietro a Report?”.

L’inchiesta di Report: quali sono le accuse

L’inchiesta di Report è firmata da Giorgio Mottola e intitolata “Open to Fallimento” proprio per rimandare allo spot del Ministero per promuovere il turismo in Italia. Secondo l’autore e giornalista, Sigfrido Ranucci, la Santanché oltre ad essere esponente di spicco di Fratelli d’Italia, sia un’imprenditrice che però porta le attività al fallimento. Il programma manda poi in onda testimonianze di dipendenti e fornitori storici e parla di bilanci in rosso, lavoratori mandati a casa senza liquidazione, ditte messe in difficoltà, o addirittura strozzate, dal mancato saldo delle forniture.

L’inchiesta si concentra sulla gestione di due società: Ki Group e Visibilia. La prima tra il 2018 e il 2019 avrebbe accumulato debiti con i fornitori che a un certo punto sarebbero arrivati fino a 8 milioni di euro. Una situazione analoga anche per Visibilia. Un ex dipendente dell’azienda ha raccontato – in forma anonima – che un’altra dipendente sarebbe stata messa in cassa integrazione “a zero ore”, quindi senza obbligo di lavorare, ma nonostante questo nessuno l’aveva avvertita e la dipendente ha continuato a farlo. Inoltre, la stessa azienda ha accumulato un debito di 2,1 milioni di euro.

Bufera Santanché: le reazioni della maggioranza

Le parole della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni al termine dell’Europa Forum Wachau:”Io penso non ci sia nessun problema a riferire in Parlamento, è una richiesta legittima del Parlamento. Sono contenta che la ministra Santanchè abbia dato la sua disponibilità, l’ho vista tranquilla in queste ore come sono tranquilla io”.

Il Carroccio e Forza Italia auspicano un chiarimento in Aula da parte della ministra. Per Fratelli d’Italia qualsiasi spiegazione da parte della Santanché sarebbe superflua. Il presidente dei deputati di Fdi Tommaso Foti ha dichiarato: “Quando uno dice che intende querelare Report, il chiarimento mi pare che ci sia già. Direi che Santanchè ha tagliato la testa al toro, poi ognuno può pensarla come vuole

Inchiesta Report: l’opposizione chiede le dimissioni

Sul fronte dell’opposizione si eleva l’indignazione. Da Avs, Pd, Azione e Movimento 5 Stelle la richiesta alla Santanché è di presentarsi in Aula o passare direttamente alle dimissioni. Il leader M5s Giuseppe Conte ha dichiarato: “Non possiamo permettere che le nostre più alte cariche istituzionali si sottraggano al principio di ‘responsabilità politica’ che impone di fornire i necessari chiarimenti rispetto a condotte censurabili“.

Dal Pd, la segretaria Elly Schlein attacca: “Mentre il governo sta andando avanti su un decreto lavoro che aumenta la precarietà, c’è una ministra che non pagava fornitori e laboratori mentre incassava compensi d’oro. Il Pd chiede chiarezza, chiede a Meloni di uscire dal silenzio e alla ministra di dimettersi“. A seguire Calenda, leader di Azione conclude: “Se tu non sai dare spiegazioni sull’uso fraudolento della cassa integrazione o il non pagamento del tfr e devi rappresentare l’Italia del turismo nel mondo, allora ti devi dimettere“.

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