Meloni su Santanché: “Dimissioni? Presto la incontrerò, non ho le idee chiare”

Sulle dimissioni del Ministro del Turismo, dopo il rinvio a giudizio ci sono state, secondo Meloni, “ricostruzioni infondate”. “Non c’è alcun braccio di ferro”, infatti le due si incontreranno presto

3 Min di lettura

Il caso di Daniela Santanché è ancora tema di possibile destabilizzazione per il Governo di Giorgia Meloni, che resta fino in fondo dalla parte del Ministro del Turismo. Mentre le opposizioni non perdono giorno per invocare le sue dimissioni, soprattutto ora che il ministro è stato rinviato a giudizio dal tribunale di Milano con l’accusa di falso in bilancio.

La premier, che al momento è arrivata all’aeroporto internazionale King Khalid della città saudita di Gedda per visitare nel pomeriggio l’equipaggio dell’Amerigo Vespucci, si è espressa in merito alle sorti di Santanché. “Non c’è alcun braccio di ferro, preoccupazione o imbarazzo che mi porterebbe a saltare addirittura le sedute del Consiglio dei Ministri“, resta chiara Meloni facendo notare le ricostruzioni infondate degli ultimi giorni che riconosce potrebbero essere state alimentate dal suo silenzio.

Il presidente del Consiglio incontrerà il ministro Santanché non appena ne avrà occasione, in quanto non era una priorità rispetto alle cose di cui si sta occupando in questi intensi giorni. Pur non credendo che un rinvio a giudizio sia per esso motivo di dimissioni, “c’è sicuramente una riflessione – spiega la premier – che deve tenero conto del quadro generale in un clima assolutamente sereno“. Piuttosto la valutazione che Meloni ritiene debba essere fatta riguarda quanto questa situazione possa interferire e impattare sul lavoro di ministro, cosa su cui “in questo momento non ho le idee chiare“, confessa la premier.

Giorgia Meloni, prima di salire a bordo della Vespucci, lascia i cronisti con una riflessione, citando il motto dell’esploratore fiorentino “Non chi comincia ma quel che persevera“, significa che “è l’impresa in sé che fa la grandezza, è il perseverare fino a che non si è portata a compimento. Non è la meta la parte importante ma il cammino“, spiega il presidente ritenendo che l’Italia sia esattamente come una nave, dove se ognuno non fa la propria parte al proprio posto, non si può navigare. Un chiaro riferimento al fatto che se i ministri non compiono il loro lavoro come dovrebbe essere fatto, allora il Governo non può funzionare.

© Riproduzione riservata

TAGGED:
Condividi questo Articolo