Quello della Sanità è un punto toccato dalla Manovra che lascia l’amaro in bocca. Nello specifico sono tre i miliardi aggiunti dal Cdm per l’abbattimento delle liste di attesa e per maggiori acquisti di prestazioni sanitarie dai privati, in modo da smaltire più velocemente la domanda di cure.
L’intervento nella Sanità
L’abbattimento delle liste d’attesa viene perseguito attraverso due misure: il rinnovo del contratto da 2,3 miliardi e la detassazione di straordinari oltre che ai premi risultato. Il governo affossa le accuse dei tagli sul piatto della Manovra: con 136 miliardi stanziati per il 2024, Meloni conferma che si tratta del più alto investimento mai raggiunto per la Sanità.
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Il titolo quarto del documento prevede poi delle misure in merito al sistema sanitario e il finanziamento del Ssn. Su questo punto, il Mef afferma: “L’introduzione di indennità per medici e altro personale sanitario impegnati nella riduzione dei tempi delle liste di attesa“. Nel provvedimento si leggono poi delle norme per la rideterminazione dei tetti della spesa farmaceutica e in merito alle modalità di distribuzione dei medicinali.
Le misure per gli stranieri
Un capitolo importante resta quella per coloro che non hanno la cittadinanza in Italia. Per i residenti stranieri cittadini di Paesi non aderenti all’Unione europea si prevede la possibilità di iscrizione negli elenchi degli aventi diritto alle prestazioni del Ssn, solo se questi versino un contributo di 2.000 euro annui.
Una mossa all’interno della Manovra che prende una posizione ben specifica. Eppure, l’articolo 32 della Costituzione Italiana recita: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”.
Sanità: l’orgoglio di Schillaci
Il ministro della Salute, Orazio Schillaci si dice orgoglioso di quanto stabilito lunedì scorso dal Consiglio dei ministri. “Posso dire con orgoglio che il livello del finanziamento del fabbisogno sanitario nazionale standard che si raggiungerà nel prossimo triennio rappresenta il più alto investimento mai previsto nella sanità pubblica” afferma in conferenza stampa.
In un periodo difficile, caratterizzato da scarse risorse e da crisi internazionali il governo di Meloni ha risposto con una Manovra che non accontenta tutti. Anzi. Il ministro Schillaci blocca le polemiche: “Per il 2025, in aggiunta ai 2,6 miliardi di incremento già stanziati, sono stati previsti altri 4 miliardi, per un totale incrementale nell’anno di 6,6 miliardi. Altri 4,2 miliardi sono stati stanziati per il 2026 in aggiunta ai 2,6 già previsti, per un totale incrementale nell’anno di 6,8 miliardi. Sarebbero dunque questi i tagli ?”.
Sanità: la polemica dai sindacati
Dopo l’ok della Manovra, a prendere la parola è stata Pina Onotri, Segretaria generale del Sindacato Medici Italiani (SMI). “La legge di bilancio 2024 anche se vede per la sanità un aumento del valore delle risorse che lievitano in termini assoluti, indica, allo stesso tempo, un abbassamento del rapporto tra spesa sanitaria e PIL che arriverà 6,4% del PIL per gli anni 2024 e 2025 per poi riscendere nel 2026, in ogni caso al di sotto delle necessità del nostro Servizio Sanitario Nazionale” afferma.
La Onotri si sofferma anche sul punto relativo alle liste di attesa. “Va bene un miliardo di euro ma se questo stanziamento serve ad appaltare a società di servizio, a cooperative, come già sta accadendo in giro per l’Italia, l’erogazione dei servizi non siamo d’accordo”. Una misura insufficiente, quindi, quella promossa dal Cdm, dove il Ssn potrebbe riprendere fiato solo se la Legge di Bilancio sancisca 5 miliardi all’anno per i prossimi cinque anni.
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