Sangiuliano abbandona la voglia di cambiamento: “Ministro fino al 2032”

Sangiuliano è convinto di voler mantenere ancora a lungo il suo mandato, ma la sua storia politica ci insegna che con lui nulla è sicuro; anche su Virginia Raffaele ha cambiato idea, come dimostra la sua intervista al Corriere della Sera

Redazione
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Il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano si sente “attenzionato” nel suo operato politico a causa degli stravolgimenti che vuole apportare al settore culturale del nostro Paese. Lo ha dichiarato in un’intervista al Corriere della Sera, dove ha fatto più passi indietro che in avanti in relazione alla sue dichiarazioni degli ultimi giorni.

Il suo è un lavoro difficile, con l’obiettivo di creare una cultura che sia “aperta, civile e democratica, anche se questi aggettivi stonano con le cosiddette gaffe del ministro, che spesso e volentieri si mette da solo i bastoni tra le ruote. L’ultimo siparietto, o meglio il più recente, ha riguardato il programma “Colpo di luna” dove Virginia Raffaele si è cimentata nell’imitazione della direttrice d’orchestra Beatrice Venezi. Una parodia che non ha per nulla divertito il ministro, per cui Venezi opera come consulente musicale, e che l’ha convinto a chiedere un intervento contro Giovanni Anversa, responsabile dello show.

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Virginia Raffaele

Un intervento che però nell’intervista il ministro ha quasi negato, sottolineando che “la Raffaele mi diverte molto e penso che la satira sia il sale della Democrazia“. Insomma, il ministro ha cambiato idea e sembra voler mettere a tacere le accuse del Pd, che temono che la destra italiana voglia proporre un nuovo reato, quello di satira. “Ma no, io scherzo… sono napoletano, ho un carattere allegro” dice il ministro dopo che gli è stato fatto presente che i comici del programma Un giorno da pecora sono finiti sono il controllo della Vigilanza Rai proprio a causa sua.

I prossimi obiettivi del ministro Sangiuliano

Io sarò ministro della Cultura nel primo governo Meloni e pure nel secondo, quindi fino al 2032” afferma convinto il ministro Sangiuliano, in risposta alle voci che lo descrivono come probabile candidato alle Regionali della Campania. Il ministro nega tutto, convinto. Il suo posto è al Governo alla guida del ministero della Cultura.

Eppure, Gennaro Sangiuliano non è un uomo abitudinario. Gli piace cambiare, forse anche un po’ troppo spesso, come sottolinea il giornalista Fabrizio Roncone nell’intervista. Sangiuliano è un ministro, un professore (insegna economia alla Luiss), un direttore, uno scrittore e un giornalista ed è fiero della sua biblioteca privata contenente 15mila tomi, compresi i 18 a sua firma. Un uomo eclettico che ha traslato tale qualità nella carriera politica che di certo non lo ha visto legato troppo a lungo allo stesso partito.

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Gli albori politici di Sangiuliano si ritrovano nel Movimento Sociale Italiano che lascia per il Partito Liberale Italiano fino ad arrivare da Gianfranco Fini che, per un periodo, sarà la sua musa. “Ecco la persona che incarna a cavallo di due secoli la storia della destra italiana“, lo descrive così Sangiuliano in un incontro alla Luiss nel 2009. Solo pochi mesi dopo, però, il ministro cambia idea e in un articolo su Il Giornale scrive: “Gianfranco calpesta i valori della destra“. Un cambio di opinione repentino, sempre meno veloce di quello su Virginia Raffaele.

Quindi, la certezza di Sangiuliano di voler mantenere il suo mandato fino al 2032 dovrebbe essere presa con le pinze, soprattutto considerando quanto al ministro piaccia cambiare, neanche fosse una delle scalinate di Hogwarts.

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