Cala il sipario sul Congresso della Lega con l’elezione per acclamazione di Matteo Salvini, riconfermato segretario del partito fino al 2029. Un’investitura senza sfidanti, che consolida la sua leadership e rilancia l’obiettivo: riportare la Lega in testa alla coalizione, “a tirare il gruppo”.
Nel suo intervento conclusivo della due giorni fiorentina, il vicepremier lancia un messaggio forte: vuole tornare al Viminale. “Matteo Piantedosi è un amico ed è un ottimo ministro – precisa – ma questo è un congresso di partito. È mio dovere ascoltare ciò che sindaci ed elettori ci chiedono“. E aggiunge, con tono misurato ma determinato: “Con serenità parlerò sia con lui che con Giorgia Meloni. Sono a disposizione dell’Italia e della Lega”.
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Ma a prendersi un pezzo di scena è anche il generale Roberto Vannacci. Dopo settimane di voci e un iniziale depistaggio (“Io tesserato? Il clima è temperato”), è arrivata la conferma: Vannacci prende la tessera della Lega dalle mani di Salvini in un abbraccio simbolico. “Sono orgoglioso, migliore risposta al popolo della Lega e alle ansie e turbamenti di tanti retroscenisti. Siamo qua e andremo lontani”, commenta Salvini.
Sulla possibilità che diventi vicesegretario, Vannacci risponde ai microfoni di Piazza Pulita: “Io non mi fido mai dei rumors dei ‘si dice’. Vedremo. Per ora faccio l’eurodeputato e cerco di farlo al meglio delle mie capacità. Poi vedremo in base a quello che sarà”.
Nel suo discorso, Salvini omaggia il passato del partito, a partire da Umberto Bossi, fondatore nel 1989: “Lo abbiamo incontrato, tornerà presto a Roma per votazioni importanti”, informa. E rende omaggio anche a Silvio Berlusconi, mostrando una foto con Putin e Bush: “Un uomo di pace che costruiva ponti”, dice, ricordando il Cavaliere come “il grande” tra i due leader a Pratica di Mare. “Grazie Silvio per quello che hai fatto e hai lasciato”.
Per chiarire le tensioni recenti con l’altro vicepremier, Antonio Tajani, Salvini precisa: “Non ci faranno mai litigare, ci provano da due anni e mezzo. Non siamo un partito unico, ma una coalizione di soggetti diversi”.
Capitolo politica estera: “I controdazi raddoppierebbero i problemi per le imprese italiane. Chi parla di guerra commerciale è un nemico dell’industria italiana ed europea”. E rilancia con una battuta à la Milei: “Il problema per le nostre imprese è a Bruxelles. Lì bisogna usare la motosega”.
Non poteva mancare l’intervento, seppur virtuale, della premier Giorgia Meloni. In un videomessaggio ribadisce: “Andremo avanti pancia a terra fino alla fine della legislatura”. E rilancia su premierato, giustizia e autonomia differenziata: “Siamo al governo per fare ciò che nessun altro ha avuto il coraggio di fare”.
Salvini ricambia il saluto definendola “l’amica Giorgia” e sottolinea che premierato e autonomia “vanno insieme, mano nella mano”. Poi chiude: “L’autonomia non è un capriccio, è la salvezza dell’Italia intera. Serve per garantire pari diritti a tutti, ovunque vivano”.
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