Automotive, Salvini contro la Commissione Ue: “Stiamo rischiando il suicidio per favorire la Cina”

Il ministro italiano dei trasposti ha lanciato un duro attacco contro l'obiettivo dell’Unione Europea di passare al 100% elettrico entro il 2035. "Molti Paesi, soprattutto la Francia, per ideologia, arroganza o ignoranza, rischiano di favorire l’industria cinese"

Redazione
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È un confronto acceso quello che si è svolto ieri al Consiglio UE Trasporti, dove il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ha lanciato un duro attacco contro l’obiettivo dell’Unione Europea di passare al 100% elettrico entro il 2035. È un suicidio ambientale, sociale, politico e industriale”, ha dichiarato Salvini, ribadendo le preoccupazioni italiane e sostenendo la necessità di una revisione dei piani europei.

La proposta italiana per una transizione equilibrata

Salvini ha ricordato la proposta congiunta presentata lo scorso novembre da Italia, Repubblica Ceca, Bulgaria, Polonia, Romania e Slovacchia. L’obiettivo? Riconsiderare le tempistiche e le modalità della transizione elettrica, trovando un equilibrio tra competitività industriale e ambizione climatica. “Se non cambiamo rapidamente, ha avvertito, nei prossimi mesi avremo grossi problemi in tutte le città europee a causa delle tensioni sociali derivanti dalla crisi dell’industria automobilistica”.

Confronto con i Paesi del Nord Europa

Il ministro ha già anticipato queste tematiche al nuovo commissario ai Trasporti Apostolos Tzitzikostas e intende discuterle nei bilaterali previsti con Danimarca e Svezia. La Francia, dal canto suo, rimane ferma nella determinazione a rispettare la scadenza del 2035.

Critiche e accuse alla Francia

“Non siamo più soli nella battaglia a difesa del lavoro italiano ed europeo”, ha affermato Salvini, sottolineando come molti Paesi, per “ideologia, arroganza o ignoranza”, rischino di favorire l’industria cinese a scapito di quella europea. E ha puntato il dito soprattutto contro la Francia: “Stanno andando verso il burrone come se nulla fosse successo”.

Secondo Salvini, la Commissione Europea avrebbe “completamente sbagliato obiettivo” durante il precedente mandato. I numeri parlano chiaro: 14 milioni di lavoratori europei rischiano di perdere il lavoro, mentre le industrie cinesi potrebbero approfittarne. “Non si tratta di negare il cambiamento climatico”, ha concluso il ministro, “ma di rivedere tempi, modi e sanzioni, per evitare di compromettere il futuro industriale europeo.

In un contesto di crescenti tensioni e divisioni all’interno dell’Unione Europea, la battaglia sull’automotive sembra destinata a rimanere uno dei temi più caldi dei prossimi mesi.

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