Salvini boccia il report Draghi: “Col debito comune sistemeremo i problemi altrui”

Il leader della Lega ritiene che gli sforzi dell'Italia per far rientrare il debito pubblico si riveleranno vani se dovesse essere approvata la risoluzione presentata da Mario Draghi all'Europarlamento

Redazione
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Il vicepremier leghista Matteo Salvini si è recato questa mattina ad un gazebo del suo partito a Milano, per mostrare vicinanza ai suoi colleghi e per ascoltare le parole degli elettori presenti all’evento. A margine della sua visita ha risposto ad alcune domande a lui poste dai cronisti presenti, affrontando con poche parole alcune delle questioni di attualità che lo riguardano e che interessano particolarmente il nostro Paese. Incalzato sul rapporto Draghi riguardante la competitività europea, il leader della Lega è stato piuttosto duro: “Io sono contrario. Il debito comune, con l’Italia che cresce più di altri, mi sa di, ‘vado a sistemare i problemi degli altri’“.

Per il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, quindi, una delle soluzioni presentate dall’ex ministro della Bce sarebbe solamente deleteria per il nostro Paese. A fronte della crescita delle entrate, registrata nella prima parte dell’anno, e degli sforzi del Ministero dell’Economia e delle Finanze, affinché nei prossimi sette anni il debito pubblico italiano scenda al di sotto della soglia richiesta, la proposta di Draghi sarebbe un sostanziale passo indietro. Secondo Salvini, infatti, il debito comune andrebbe ad aiutare solo quei Paesi che non hanno intenzione di sforzarsi per risolvere i loro problemi economici, costringendo l’Italia ad intervenire ed utilizzare le sue risorse per aiutare gli altri Paesi membri.

Il ministro ha le idee chiare su molti altri argomenti, a partire dal processo Open Arms che lo vede coinvolto come protagonista e che potrebbe concludersi con una sua condanna. “Io non mollo” avrebbe detto in passato Salvini ed anche oggi il vicepremier continua a sostenere la sua innocenza e soprattutto la sua volontà di non voler patteggiare e di continuare le udienze fino alla conclusione della disputa legale.

Salvini: “Le richieste dei pm nei miei confronti sono curiose

Matteo Salvini ha sottolineato nuovamente come l’impianto accusatorio nei suoi confronti, all’interno del processo Open Arms, sia piuttosto curioso“. Il vicepremier è accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio per aver ritardato lo sbarco di 170 migranti che erano a bordo della Ong, che porta il nome del processo, nel 2019. Salvini ha da subito rifiutato le accuse, sostenendo di aver solo rispettato il volere dei cittadini che lo hanno votato, a cui in campagna elettorale avrebbe promesso un giro di vite sull’immigrazione irregolare.

I pm fanno il loro lavoro, ritengono che io sia un pericoloso sequestratore e che dovrei finire in carcere per avere difeso i confini e la legalità” ha sostenuto oggi il ministro, aggiungendo criticamente: “Ci sono persone che erano in galera perché occupavano le case degli altri e sono state liberate e c’è un ministro che ha fatto il suo lavoro e dovrebbe finire in carcere pagando pure i danni. Il riferimento a Ilaria Salis non è troppo velato, così come non sono nascosti la rabbia e lo sdegno provati dal vicepremier.

Il ministro dei Trasporti Matteo Salvini
Il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Matteo Salvini

Salvini ha comunque voluto sottolineare che le minacce e gli insulti ricevuti dai pm del suo processo sono sostanzialmente sbagliati, perché ogni insulto è un’offesa all’intelligenza“. Il ministro dei Trasporti ha poi ricordato che “fra questo e il prossimo weekend ci sarà tanta gente, anche chi è di sinistra e non solo della Lega, che dice ‘andate avanti e tenete duro’“, facendo riferimento alle proteste organizzate dalla Lega a suo favore. “Non ho paura, sono orgoglioso di quello che ho fatto. Non pretendo la medaglia ma neanche il carcere” ha dichiarato Salvini, per poi concludere: “Conto di trovare un giudice con la G maiuscola“.

Salvini su Ucraina ed Emilia Romagna

Il leader della Lega ha commentato anche il voto del Parlamento europeo sulla risoluzione del conflitto ucraino, in particolare per quanto riguarda la questione del veto sulle armi Nato in territorio russo e sui nuovi sostegni europei al Paese in guerra. Secondo Salvini il voto dell’Europarlamento sarebbesconcertante” perché aprirebbe alla possibilità della tanto temuta escalation in Europa. Il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture ha quindi sottolineato come l’Italia abbia dato prova di unità e coerenza nel corso del voto.

Su questo il governo italiano è compatto. Armi difensive per l’Ucraina sì, armi per andare a colpire e uccidere in Russia avvicinandoci alla terza guerra mondiale no” ha infatti dichiarato il vicepremier, sottolineando come la Lega sia perfettamente d’accordo su questa linea di azione. A Salvini è stato però ricordato come durante il voto la maggioranza di governo si sia spaccata, ma il leader leghista ha sorvolato rispondendo con un generico: “Quando passa il fatto che si può andare ad attaccare in Russia, ci si avvicina alla guerra“.

Il ministro ha poi affrontato lo spinoso tema della questione economica in Emilia Romagna, sottolineando che sia “giusto andare a capire se tutti hanno fatto la loro parte” perché “di soldi ne sono stati mandati“. Il vicepremier ha però voluto sottolineare che ciò che a lui interessa è che le procedure vengano seguite nel modo più giusto che “se qualcuno ha tempo e soldi” questo “non ha gli elementi per dirlo“.

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