Il caso di Ilaria Salis continua a far parlare la politica italiana. Un giorno che certo non sarà decisivo per il suo rimpatrio in Italia ma che sicuramente farà comprendere l’atteggiamento adottato dal governo: se il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha intenzione di assecondare o meno la richiesta dei suoi avvocati di far ottenere gli arresti domiciliari nella sua casa di Monza.
Salis: cosa farà Nordio
Nordio dovrà rispondere sul caso Salis, la donna che sta scontando la pena nel carcere di Budapest da quasi un anno in condizioni del tutto critiche. Il ministro incontrerà il padre, Roberto Salis, per riferirgli quando deciso dall’Istituzione. Di fatto vi è la possibilità di sottoporre ai giudici un quadro specifico delle misure di sicurezza e di disponibilità all’assistenza giudiziaria per proseguire il processo in Ungheria anche nel caso in cui le venissero concessi gli arresti domiciliari in Italia.
Ciò determinerebbe un punto di incontro tra i due Paesi che metterebbe in pace entrambe le parti. Un accordo che però si fa sempre più sfumato per via dell’indecisione di Nordio: il ministro infatti potrebbe non schierarsi a favore per motivi anzitutto politici. Una scelta che certo sarebbe legata al non volersi intromettere all’interno del sistema giudiziario ungherese. Un altro elemento sarebbe quello di tipo giuridico in merito al quadro del Consiglio d’Europa sottoscritto nel 2009 – che contempla anche gli arresti domiciliari tra le misure che un cittadino straniero può scontare nel proprio Paese.
Salis: i tempi saranno sempre lunghi
Qualsiasi ipotesi prese in considerazione avranno comunque dei tempi lunghi e tutte hanno sempre degli esiti incerti. L’incontro organizzato per oggi tra Nordio e il padre di Ilaria permetterà giusto di aprire un varco di speranza a favore della via complessa indicata dagli stessi avvocati della difesa. Nel contempo Salis resterà nel carcere di Budapest aspettando e pregando per la sua libertà.
