Salario minimo, Tajani: “Noi al contrario della sinistra vogliamo il salario ricco”

“In Italia non serve il salario minimo, non siamo nell’Unione Sovietica in cui tutti avevano lo stesso stipendio. Dobbiamo realizzare una rivoluzione liberale”. Così il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani nell’intervento all'Assemblea di Coldiretti

Redazione
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“Il salario minimo? Ma di che stiamo parlando? Non siamo nell’Urss dove tutti percepivano lo stesso stipendio. Quello che serve all’Italia e soprattutto agli italiani è un salario ricco“. Queste le parole del vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani intervenendo all’Assemblea di Coldiretti sul tema del salario minimo.

Il nostro obiettivo è quello di fare l’esatto contrario di quello che vuole la sinistra. Il salario che desideriamo sarà frutto della crescita economica del nostro paese e non di decisioni prese a tavolino, che, a mio parere, finirebbero solo per danneggiare il cittadino” puntualizza il ministro.

Tajani: “1800 miliardi fermi nelle banche da rimettere in moto”

Ci sono 1800 miliardi fermi nelle banche, di risparmio dei cittadini e delle imprese, noi dobbiamo fare in modo che questi soldi si rimettano in circolazione e tutto ciò dovrà portare ad avere il salario ricco. Quest’ultimo sarà frutto di un sistema diverso, più dignitoso per ogni lavoratore italiano. Oggi – si legge su LaPresse a proposito delle dichiarazioni di Tajani a margine dell’Assemblea di Coldiretti – abbiamo salari troppo bassi che devono confrontarsi anche con l’inflazione, ma la soluzione non è il salario minimo perché abbassa i salari e non li alza”.

Salario minimo, Tajani: “Attueremo rivoluzione liberale”

Lo sguardo è rivolto alla realizzazione di una rivoluzione liberale, un tassello al giorno, abbiamo cinque anni per farlo. Ogni decisione è una tessera del mosaico per noi, che pensiamo costantemente agli italiani e al loro benessere economico” chiarisce il ministro.

Tajani: “per affrontare migrazione dobbiamo affrontare la crescita economica dell’Africa”

Se vogliamo fronteggiare il problema della migrazione dobbiamo parlare della crescita economica dell’Africa. Vogliamo che il saper fare italiano e le nostre imprese diventino una presenza forte in Africa. La politica estera non è un’esclusiva del ministro e della diplomazia: la fanno tutti gli italiani, i ministri, le organizzazioni, le imprese che operano al di là dei nostri confini. Attraverso le nostre ambasciate queste imprese devono essere messe in condizioni di operare al meglio e portare il saper fare italiano all’estero” ha detto Tajani a proposito dell’Africa.

Intanto, la maggioranza ha depositato il 14 luglio in commissione Lavoro alla Camera un emendamento soppressivo della proposta di legge sul salario minimo. Se le modifiche presentate dal centrodestra passassero, il testo unitario sostenuto da Pd, M5S, Azione, Avs e +Europa, a prima firma del leader dei cinque stelle Giuseppe Conte, che prevede un salario minimo di 9 euro lordi l’ora, finirebbe direttamente nel “cestino dei rifiuti”.

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