La situazione in Russia, le polemiche sul Mes e la questione Santanché. Questi i nodi che la premier Giorgia Meloni vuole affrontare e, se possibile, sciogliere, prima di volare a Bruxelles il 29 giugno per la due giorni di lavori al Consiglio Europeo. Tre temi che in questi giorni hanno agitato la maggioranza e che hanno costretto anche il governo a stringere i tempi, soprattutto vista l’escalation di violenza – per fortuna poi parzialmente rientrata – che si stava profilando sulle vicende relative alla milizia Wagner e Mosca.
Il dossier sulla Russia
Il dossier Russia è stato sul tavolo della premier in questo weekend di passione. A caldo è stato organizzato un vertice con i ministri degli Esteri e della Difesa, Antonio Tajani e Guido Crosetto, e i sottosegretari alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano e Giovambattista Fazzolari. I due dicasteri interessati e l’intelligence analizzano lo scenario in contatto con gli alleati della Nato e dell’Ue. Tajani intanto oggi vola in Lussemburgo per il Consiglio Affari Esteri dell’Ue che avrà sul tavolo anche la crisi a Mosca. Il titolare della Farnesina, nel frattempo, ribadisce che “noi non intendiamo interferire con le vicende interne della Federazione Russa”, e “nessuno” dei nostri 5.300 connazionali che vivono nel Paese “ha corso pericoli”. E analizza così gli ultimi sviluppi: “Putin è più debole. Mi auguro che questo possa servire a cambiare la situazione, magari che possa portare a un arretramento delle truppe russe in Ucraina per arrivare poi ad avviare un negoziato di pace”.
Il caso Santanché
Sul tavolo del governo anche la posizione della ministra del Turismo, Daniela Santanchè, dopo il servizio di Report sulle sue società Visibilia e Ki Group. L’esponente di peso di FdI, che non è indagata, si prepara a riferire in Aula. Dopo l’apertura in questo senso anche di Meloni, c’è solo da decidere la data e l’orario.
Il nodo del Mes
Un altro nodo sul tavolo è quello del Mes. La proposta di ratifica del Pd portata in commissione Affari esteri a Montecitorio la scorsa settimana è passata, ma il centrodestra era assente. I dubbi fra i partiti della maggioranza non mancano. “Penso sia difficile immaginare che il provvedimento possa arrivare in Aula entro il 30 giugno, credo che slitterà”, afferma il capogruppo alla Camera della Lega, Riccardo Molinari. Pronta la replica del dem Piero De Luca, capogruppo Pd in commissione Politiche Ue di Montecitorio: “Il collega Molinari, sempre attento, questa volta si è distratto e gli è sfuggito qualche passaggio. Ci permettiamo di ricordare che l’iter in commissione non è appena iniziato ma si è appena definito con l’approvazione del testo base a prima firma del Partito democratico. Il disegno di legge è calendarizzato il 30 giugno in assemblea ed è diritto delle opposizioni ottenerne l’esame. È ora che governo e maggioranza si assumano le proprie responsabilità, invece di continuare a fare il gioco delle tre carte”. La questione tecnica dovrebbe essere risolta alla conferenza dei capigruppo.
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