Roma in rivolta, migliaia a Piazza Navona contro il DDL Sicurezza

Cori di "libertà" e un fiume di manifestanti bloccano il centro di Roma. I sindacati CGIL e UIL in prima linea contro il DDL sicurezza, una legge che potrebbe limitare il diritto di protesta

Lucrezia Caminiti
8 Min di lettura

Una folla ha invaso Roma al grido di “Libertà”, così numerosa che oggi ha esondato nel centro di Roma, paralizzando il traffico e riempiendo le piazze. Migliaia di manifestanti si sono riversati nelle strade per opporsi al controverso DDL Sicurezza, spostando la protesta da Piazza Vidoni a Piazza Navona a causa della straordinaria affluenza.

Il DDL Sicurezza: una legge che divide

Il motivo del malcontento è proprio Il DDL Sicurezza, approvato alla Camera e in attesa del vaglio del Senato, che punta a introdurre nuove pene per chi partecipa a proteste non autorizzate o occupa spazi pubblici. Tra i punti più controversi, la criminalizzazione della “resistenza passiva”, che potrebbe portare a pene severe per forme di disobbedienza civile non violenta. La proposta include anche l’inasprimento delle pene per chi organizza manifestazioni, con il rischio di finire in carcere per chi viene ritenuto una minaccia per l’ordine pubblico. Un duro colpo per lavoratori, studenti ed eco-attivisti.

Per sindacati e movimenti sociali, il disegno di legge rappresenta una seria minaccia alla libertà di espressione. Critiche feroci si sono levate contro la norma, accusata di equiparare il dissenso pacifico a un crimine e di soffocare il diritto di protesta. CGIL e UIL hanno dichiarato che l’obiettivo del governo è chiaro “azzerare la libertà e il diritto delle persone a manifestare il proprio dissenso”.

Tra i partecipanti alla manifestazione, anche rappresentanti di associazioni ambientaliste come Ultima Generazione e Legambiente, oltre a studenti e lavoratori.

Magi sulla canapa a basso contenuto di THC: “Mantovano è un Talebano”

Tra la folla non mancavano esponenti di spicco della politica. Riccardo Magi, segretario di Più Europa, ha definito il DDL una “propaganda che piega il Codice penale“, criticando l’introduzione di 23 nuovi reati. Magi ha lanciato un allarme su come queste norme possano danneggiare cittadini e imprese, aumentando la conflittualità sociale, e ha chiesto al Presidente della Repubblica di intervenire per fermare quella che ha definito “una follia legislativa“.

Stiamo facendo salti indietro rispetto alla civiltà giuridica del paese. Pensiamo alla questione delle madri detenute in carcere anche con figli molto piccoli o delle donne incinta che possono essere ristrette. Si torna indietro rispetto al codice Rocco” ha spiegato Magi.

Per non parlare della follia – continua il deputato – della canapa a basso contenuto di THC. Sostanzialmente da un giorno all’altro una filiera italiana che vede 15.000 lavoratori e che comprende tra le 1000/1500 aziende viene trattata come dei narcos. Questo perché abbiamo a palazzo Chigi Mantovano il Talebano, che ha deciso che una sostanza che non ha nessun effetto drogante possa essere considerata come una droga. Cosa che non è“.

Altre misure folli – conclude Magi – sono il reato di resistenza passiva in carcere. Si equipara chi fa resistenza passiva a chi aggredisce violentemente ed è assolutamente folle. Siamo convinti che si tratti di norme anticostituzionali, ma prima di arrivare a sancirne l’incostituzionalità nei tribunali avranno fatto molti danni alla società italiana, alle persone e anche alle imprese“.

Orlando: “Il governo intimidisce chi protesta. La repressione deve essere basata sulla ragionevolezza”

Andrea Orlando, deputato del Partito Democratico, ha ricordato come le conquiste degli anni ’60 e ’70 non sarebbero state possibili con leggi del genere in vigore. Il politico ha sottolineato la sproporzione delle pene previste dal DDL, che colpiscono più duramente i manifestanti che i reati contro il patrimonio e la pubblica amministrazione, definendo la legge autoritaria.

Secondo Orlando questa sarebbe “una misura presa dal governo per intimorire chi protesta, chi non è d’accordo con loro. Questa è una situazione nella quale vengono punite molto più severamente le condotte che sono conseguenza dell’espressione della protesta, di quelle dei reati contro il patrimonio e contro la pubblica amministrazione“. Insomma, secondo il deputato “in Italia si può essere corrotti ma bisogna essere anche conformisti“.

Alla richiesta di quale fosse la ricetta per la sicurezza Orlando “prevede innanzitutto quella di fornire strumenti adeguati alle forze dell’ordine, anche in termini di rinnovi contrattuali e pagando gli straordinari e guardando agli organici“.

Insomma – conclude – la repressione è soltanto una parte di questo e la repressione deve essere anche basata sulla ragionevolezza. Lo insegnava Cesare Beccaria, non puoi mettere delle pene spropositate per un comportamento“.

Bonelli: “Il DDL sicurezza è una svolta fascista”

Dure anche le parole di Angelo Bonelli, portavoce dei Verdi, che ha definito il DDL una “svolta fascista”. Bonelli ha denunciato il rischio che i lavoratori che difendono il loro posto di lavoro o gli studenti in lotta per l’istruzione vengano criminalizzati. Ha inoltre annunciato che i Verdi stanno valutando la possibilità di proporre un referendum contro la legge.

Ci troviamo di fronte a una svolta autoritaria, per me fascista, che vuole mandare in carcere gli operai che vogliono tutelare il loro posto di lavoro perché sono stati licenziati” ha spiegato Bonelli. “Il mio pensiero – continua – va per esempio agli operai della Whirlpool che hanno ripetutamente occupato le strade per richiamare l’attenzione sulle loro condizioni di lavoro. La risposta data è feroce nei confronti di queste persone“.

Per loro – spiega Bonelli – è previsto il carcere come lo è anche per gli studenti e i detenuti che protestano per le loro condizioni carcerarie. E in più in questo provvedimento 15.000 persone si trasformeranno in narcos, perché coltiveranno la cannabis light legale in tutta Europa. Ecco questo è Giorgia Meloni“.

La voce del Garante dei detenuti Stefano Anastasìa e delle associazioni

Alla manifestazione ha partecipato anche Stefano Anastasìa, Garante dei detenuti della Regione Lazio, che ha descritto il DDL come “inutile e grave”. Anastasìa ha sottolineato che la norma non migliorerà la sicurezza nelle carceri, ma peggiorerà le condizioni per coloro che partecipano a proteste pacifiche, in particolare per le donne incinte o con figli piccoli.

La lotta contro il DDL sicurezza non finisce oggi

La giornata si è conclusa con un messaggio chiaro: la mobilitazione contro il DDL Sicurezza non si fermerà qui. La prossima settimana il provvedimento passerà al Senato, dove si prevede un dibattito serrato. Nel frattempo, il dissenso verso una norma considerata da molti una minaccia alle libertà fondamentali continua a crescere nelle piazze e sui social network.

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