Renzi svela le carte del Governo: “Meloni isola l’Italia e bluffa sul rapporto speciale con Trump”

Matteo Renzi, intervistato a La Stampa, delinea alcune soluzioni sia in prospettiva italiana che europea, ponendo la globalizzazione al posto del sovranismo del Governo Meloni e la costruzione di una Ue "vera, seria e Politica" per fermare Donald Trump

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Per la trafficata Casa Bianca sono passati “Macron e Starmer come pure giapponesi e indiani e leader di tutto il mondo”, mentre “Meloni la chiamano per vedere i film a Mar a Lago o per baciare la pantofola all’Inaugurazione” d’insediamento del Presidente americano. A dirlo, è il senatore Matteo Renzi che, intervistato a La Stampa, ha desiderato schiarire le idee a coloro che credono esista una relazione speciale tra Donald Trump e il Presidente del Consiglio. Una ‘credenza’ su cui conta Fratelli d’Italia nella speranza che l’Italia venga graziata dalle tariffe d’esportazione americane.

Infatti, secondo il leader di Italia Viva, Giorgia Meloni “non tocca palla sui dossier veri“, quelli che contano davvero per fare la differenza, perché il Presidente a stelle e strisce “è un uomo che guarda i numeri e i rapporti di forza“. Di conseguenza, risulterebbe assolutamente inutile anche credere che le trattative bilaterali sui dazi in cui spera la Lega possano funzionare.

Le soluzioni di Renzi per contrastare Trump

In questa prospettiva, l’unica chance che l’Unione europea avrebbe per bloccare il Tycoon “è marciare unita -perché – se andiamo divisi, Trump ci infilza uno ad uno“, soluzione che in verità Matteo Renzi dice essere stata palesata da mesi. Il leader fiorentino, inoltre, dal tavolo delle strategie da adottare, prende in considerazione, come una sorta di allarme, anche l’inverosimile scontro verificatosi ieri nello Studio Ovale, tra il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il Presidente degli Stati Uniti, che ha fatto diventare “più urgente che mai la costruzione di una Unione Europea vera, seria, Politica“.

Quindi, in un contesto che vede l’Ue disorientata da Donald Trump, da un incontro tra leader spazientiti a suon di feroci invettive su un tema spinoso come quello della guerra e le divisioni tra gli Stati non aiutano a tener testa al cinismo del Presidente americano, Renzi ritiene che al contrario Friedrich Merz potrebbe fare “molto bene“. “Peccato però – spiega il leader di Iv – parli di un asse Perigi Berlino Varsavia che un tempo ero Parigi Berlino Roma“. Si tratta, a detta di Renzi, di una delle conseguenze della scelta fatta da Giorgia Meloni di “fare la sovranista alle vongole” portando così l’Italia ai margini, “un errore storico che pagheranno i nostri figli“.

Mentre, in riferimento a Emmanuel Macron, il senatore fiorentino si dice “né deluso, né illuso” perché ha avuto comunque la forza di correggere il Tycoon, rivelandosi un leader vero perché “chi dice sempre di sì è una cheerleader“.

Renzi a Confindustria: “Molli il Governo”

Un insieme di tanti significativi segnali che inevitabilmente si proiettano sulle dinamiche interne al Paese, dove i dazi di Trump si teme siano un colpo mortale per l’industria italiana. “Per un Paese molto forte sull’export, i sazi sono una sciagura“, sottolinea Renzi riprendendo le parole di Lucia Aleotti, numero due di Confindustria. Il leader di IV mette però in guardia gli imprenditori che dovrebbero smettere di appoggiare il governo di Giorgia Meloni, costituito da sovranisti che per definizione “sono i primi avversari della libertà d’impresa“. L’Ue, in questo, dovrebbe vedere Ursula von der Leyen non come una leader ma come una burocrate “che ha danneggiato la manifattura tedesca e italiana“.

Però, anche in questo caso, Matteo Renzi rivela una contraddizione nei fatti e nelle scelte degli imprenditori di Confindustria, cioè “se voti Forza Italia poi è ovvio che appoggi von del Leyen che è la candidata del partito Popolare europeo“. Infatti, secondo il senatore ad oggi, dare il proprio voto alla Premier o a FIsignifica andare contro l’interesse nazionale“. Quindi, a detta di Renzi, l’unica soluzione plausibile che porterebbe ad un benessere delle industrie italiane è identificata nella globalizzazione e non nel sovranismo.

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