Renzi e il pericolo degli estremismi: “Macron deve rimanere o Le Pen si prende la Francia”

Renzi ammette che l'era del macronismo si sta avvicinando al suo termine, ma allo stesso tempo nutre la speranza che la storia francese insegni qualcosa anche all'Italia. "Il centro non vince più, ma si vince al centro", sottolinea l'ex premier, ricordando che i voti decisivi per la vittoria tra centrodestra e centrosinistra ormai si trovano proprio nelle scelte degli elettori moderati

Redazione
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Emmanuel Macron deve rimanere a capo dell’Eliseo, resistere agli attacchi esterni e tentare di riconquistare i consensi persi tra la popolazione francese, come conferma Matteo Renzi, ex premier e leader di Iv, preoccupato dalla possibilità che le dimissioni del presidente possano comportare la salita al potere di Marine Le Pen del Rassemblement National. Un’ipotesi che secondo Renzi dovrebbe essere evitata a tutti costi, ma che potrebbe effettivamente divenire realtà. In fin dei conti, la coalizione tra estrema destra (Rn) ed estrema sinistra (La France Insoumise) non era stata prevista da nessun all’interno dell’Assembleé Nationale francese, eppure ha portato alla caduta del governo Barnier.

Macron, nel suo discorso alla Nazione, ha sentenziato di non avere intenzione di dimettersi ma di voler governare fino alla fine del suo mandato, ovvero fino al 2027. Per Renzi, però, questa ipotesi sembra poco realizzabile. “Non credo che sopravvivrà“, confessa infatti a La Repubblica, sottolineando però che in futuro l’era del macronismo verrà ricordata positivamente, anche solo perché capace di arginare le volontà di potere di Le Pen per ben due volte.

Emmanuel Macron sulle Olimpiadi
Emmanuel Macron, presidente francese

La crisi francese e quella tedesca hanno di fatto confermato il primato del governo italiano per consensi. Giorgia Meloni è la leader più stabile tra i 27 dell’Ue e Renzi riconosce che tale traguardo dovrebbe essere imputato più alle catastrofi delle situazioni esterne che ai successi di quelle interne. “La forza della premier nasce dalla debolezza degli altri“, ha infatti sottolineato il leader di Italia Viva, evidenziando come uno dei punti su cui lavorare riguardi proprio l’incapacità delle opposizioni di costruire una vera e propria alternativa alle destre. Proprio questa mancanza, secondo l’ex sindaco di Firenze, avrebbe permesso al premier di avere una maggioranza considerata forte.

Renzi: “La sfiducia a Barnier ricorda la mia situazione

Matteo Renzi ha confermato di non avere più con Macron gli stessi contatti degli anni passati, eppure questo non lo frena dall’analizzare la particolare situazione che ha preso piede in questi mesi in Francia. Le crisi in corso hanno infatti reso la Francia debole“, come sottolineato dall’ex premier, che ha poi scherzato sostenendo che ha Parigi servirebbe un po’ “dell’expertise italiana in questo campo“, affinché impari a gestire situazioni così delicate.

Il compito di Macron ad oggi è quindi quello di recuperare i consensi perduti, per tentare di resistere fino al 2027 ed evitare che prendano il potere gli estremisti. “La popolarità di Macron è stata bassa anche nella prima legislatura, tanto che era al 9% nel 2019, appena due anni dopo la prima vittoria“, ha ricordato l’ex sindaco di Firenze, sostenendo che, con percentuali simili, in Italia Macron sarebbe stato cacciato, ma in Francia gode di diritti che gli garantiscono cinque anni di mandato.

Nonostante ciò, il governo Barnier è crollato e a far riflettere è proprio il lavoro congiunto di estrema destra ed estrema sinistra che ha portato a questo risultato. Una particolarità che ha ovviamente ricordato all’ex premier quanto avvenuto in Italia nel dicembre 2016, quando “destra e sinistra hanno deciso di allearsi contro di me al referendum“. Si tratta di una coincidenza che ha però permesso al leader di Iv di constatare che ad oggi la politica è totalmente inglobata nel concetto di bipolarismo, che però in qualche modo lascia ancora un ruolo fondamentale ai partiti di centro.

Renzi: “Il centro non funziona più neanche in Italia

Secondo Renzi ad oggi il centro non convincerebbe più gli elettori, eppure il suo ruolo non è in alcun modo trascurabile. “Il centro non riesce più a vincere, ma con questo paradosso: si vince al centro, non vince il centro“, ha infatti dichiarato Renzi, spiegando che gli elettori moderati rappresentano quella percentuale di voto che può rappresentare la vittoria sia per la destra che per la sinistra. Questo, quindi, è il concetto che dovrebbero tenere a mente le opposizioni.

Affinché nel 2027 possa esserci la speranza di evitare la vittoria di Giorgia Meloni, è necessario che il centrosinistra trovi una quadra, un’agenda comune che dia vita ad un percorso condiviso che attiri e che convinca gli elettori. Anche quelli moderati. “Se non c’è una proposta riformista, i moderati vanno a destra e noi perdiamo“, ha infatti sentenziato l’ex Presidente del Consiglio.

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