I dati sull’affluenza alle urne per le elezioni regionali in Umbria ed Emilia-Romagna sono piuttosto deludenti rispetto alle consultazioni precedenti. In Umbria, poco più di un terzo degli elettori si è recato alle urne, un dato ben inferiore al 64,69% registrato alla stessa ora durante le Regionali del 2020. Tuttavia, va sottolineato che nel 2020 si votava in un solo giorno, mentre quest’anno le urne sono rimaste aperte anche il lunedì, con la possibilità di votare dalle 7 del mattino fino alle 15, ora in cui avrà inizio lo scrutinio.
Il dato definitivo di affluenza in Umbria, alle 23, è del 37,79%, in netto calo rispetto al 64,69% delle elezioni precedenti. Nella provincia di Perugia, la partecipazione si attesta al 38,41%, mentre quella di Terni si ferma al 35,97%. In Emilia-Romagna, l’affluenza è ancora più bassa, con un 35,76%, rispetto al 67,27% del 2020, quando il voto era limitato a un solo giorno. Le province con la maggiore affluenza sono Bologna (40,56%) e Ravenna (38,52%), in gran parte grazie a una partecipazione più alta nelle aree colpite dall’alluvione. Al contrario, Rimini segna il dato più basso con il 30,17%.
Leggi Anche
Regionali: la situazione in Umbria e Emilia-Romagna
In Umbria, la corsa alla presidenza della Regione vede nove candidati, ma il confronto principale è tra il centrodestra e il centrosinistra. Il centrodestra sostiene Donatella Tesei, governatrice uscente della Lega, mentre il centrosinistra punta su Stefania Proietti, attuale sindaca di Assisi e presidente della Provincia di Perugia. Tesei è appoggiata da una coalizione che comprende la Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia e altri gruppi di centrodestra, mentre Proietti riceve il sostegno di una coalizione più ampia che include il Partito Democratico, il Movimento 5 Stelle e diverse liste civiche. Le elezioni arrivano dopo una storica vittoria del centrosinistra a Perugia, dove la sindaca Vittoria Ferdinandi ha sconfitto il centrodestra dopo dieci anni di governo della città.
In Emilia-Romagna, le elezioni regionali arrivano in anticipo, a causa della fine naturale della legislatura con l’elezione di Stefano Bonaccini al Parlamento Europeo. Il Partito Democratico ha scelto Michele De Pascale, sindaco di Ravenna, come proprio candidato, con il sostegno di una coalizione che include anche il Movimento 5 Stelle, Avs e altre forze liberaldemocratiche. La sfida principale viene dal centrodestra, che ha candidato Elena Ugolini, una figura indipendente di area Comunione e Liberazione, già sottosegretaria all’Istruzione nel governo Monti. Ugolini è sostenuta da un ampio schieramento di forze di centrodestra, con l’obiettivo di conquistare una regione che il centrodestra non è mai riuscito a vincere in 54 anni di storia delle Regioni. Oltre a loro, sono in corsa anche Federico Serra, che promuove temi legati alla pace, al lavoro e all’ambiente, e Luca Teodori, un candidato euroscettico che si oppone anche alle vaccinazioni obbligatorie.
© Riproduzione riservata