Ormai le elezioni regionali in Sardegna sono diventate un racconto a puntate, in cui ogni giorno i protagonisti cercano di risolvere i loro problemi, puntando sempre al guadagno maggiore. Un racconto fatto di accuse, proposte, stalli e soprattutto passi indietro che spesso preannunciano un balzo in avanti. È quello che è avvenuto con l’improvviso indietreggiare di Salvini che solo ieri prendeva in considerazione la possibilità di gettare la spugna sulla Sardegna e di dirigere le proprie mire su altri territori.
Oggi, però, veniamo a scoprire che non è andata proprio così. L’accordo sulla Sardegna sembra impossibile da raggiungere, ma allo stesso tempo il candidato uscente Solinas, sostenuto dalla Lega, non si tira indietro. È ormai diventata una lotta tra tori, in cui FdI e Lega continuano a prendersi a cornate per stabilire la propria supremazia. Oggi, però, Giorgia Meloni sembra aver scoperto le sue carte ed essere pronta a giocare il tutto per tutto.
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Regionali, i numeri contro la Lega
Giorgia Meloni non vuole privare Paolo Truzzu della possibilità di correre in Sardegna e più di tutto non vuole privare FdI della possibilità di guadagnare una Regione in più. A non far chiudere occhio alla premier, infatti, c’è la disparità di equilibri regionali che caratterizza il sistema partitico italiano: FdI col 30% dei consensi governa solo in tre regioni (Lazio, Abruzzo e Marche), Lega col solo 9% ha invece sei regioni, mentre FI che non raggiunge l’8% ne governa cinque.
Insomma, qualcosa che non va e il premier vuole cercare di porre rimedio. La battaglia in Sardegna sembrava semplice, ma il muro costruito dalla Lega sta iniziando a far spazientire i vertici di Fratelli d’Italia. Giorgia Meloni, quindi, ha deciso di giocarsi il tutto per tutto cercando di far comprendere a Matteo Salvini quanto la corsa alla Sardegna sia un semplice dispendio economico a causa di un motivo molto semplice: i numeri non ci sono.
Mercoledì scorso il faccia a faccia tra i due leader del centrodestra ha visto come argomento principale i sondaggi portati in tavola da Meloni, che ha cercato di mostrare la via della verità a Salvini. Solinas non è il candidato favorito nelle regionali della Sardegna e non ha possibilità d vittoria, soprattutto a fronte di un candidato come Truzzu. Il peggior incubo di FI e Lega si sta realizzando, con FdI pronto a prendersi tutto.
Il premier, inoltre, non si è fatta mancare neanche una delle sua tipiche stoccate finali, necessaria a stabilire chi comanda e soprattutto a ricordare tutti i torti subiti quando né lei né il suo partito si trovavano alla guida del Paese. In questo caso Meloni ha voluto evidenziare come nel 2022, durante le elezioni regionali in Sicilia, al suo partito non fu possibile presentare un candidato perché “mi fu detto che i territori volevano un cambiamento e ne ho preso atto”. Ora il premier si aspetta che anche gli altri partiti si comportino allo stesso modo.
Regionali, il ruolo del partito sardo d’azione
Oggi, il candidato FdI alle regionali Paolo Truzzu darà inizio alla sua campagna elettorale in Sardegna, senza alcun ripensamento dettato dalle rivendicazioni leghiste. Una scelta che continua a dimostrare la volontà del partito di maggioranza di non scendere a compromessi, forte dei sondaggi che li confermano i favoriti. Dall’altro lato c’è la Lega che con Solinas non sa più che fare. Gettare la spugna sarebbe quasi una conferma della propria subalternità a FdI, mentre continuare la propria crociata potrebbe favorire la candidata del centro sinistra, Alessandra Todde del M5S.
Spiega perfettamente questa situazione Antonio Moro, presidente del partito sardo d’azione e assessore di Solinas, che con le sue parole di vicinanza alla Lega ha fatto scemare del tutto le ipotesi di una corsa solitaria dei sardisti. “L’obiettivo è confermare questa coalizione” ha confermato Moro, per poi sottolineare come la doppia candidatura di FdI e Lega possa “fare un regalo alla candidata Todde“. Poteva sembrare, quindi, che il Psd’Az fosse pronto a far ragionare la Lega in favore della vittoria della coalizione, invece, anche nella riunione dei sardisti, il nome del candidato è stato quello di Solinas.
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