Raffaella Paita: “Problemi in Italia e nel mondo, ma si pensa a Sanremo”

Dopo la decisione del Tar, l'attenzione di molti è focalizzata su Sanremo e sul cercare di tenerlo in Rai, ma Raffaella Paita (IV) non ci sta

Redazione
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Qualche giorno fa il Tar ha decretato che dal 2026 il festival di Sanremo non sarà d’ufficio gestito dalla Rai. Ciò ha creato non poco scompiglio ma Raffaella Paita, di Italia Viva, è rimasta sconvolta dal Tar. Nell’attuale momento storico sociale, con tanti problemi a cui pensare, la priorità che ha avuto ora è stata quella di creare scompiglio ad una gara simbolo dell’italianità e che ha fatto la storia del nostro Paese.

Che in un momento di conflitti mondiali, di stravolgimenti geopolitici, l’unico risultato che riesce a portare a casa l’Europa sia quello di imporre la gara per la trasmissione televisiva più nazional- popolare italiana è contemporaneamente ridicolo e tragico”, ha scritto su X Paita.

Sanremo deve restare a Sanremo

Dunque, secondo la senatrice, è impossibile pensare il festival in un’altra città diversa da Sanremo: luogo in cui è nata l’idea di quella che poi è diventata la gara canora più commentata e seguita d’Italia e non solo.

Paita ha espresso il suo pensiero sulla possibilità di creare un festival itinerante e quindi spostarlo dalla storica location di Sanremo: “Fondamentale è però che non sia messo in discussione il ruolo del Comune di Sanremo. Sanremo a Sanremo, la città non si tocca. La sola ipotesi di una possibile concorrenza dovrebbe indurre la Rai a investire sempre di più sul Festival e sulla Liguria“.

Sanremo, la decisione del Tar coglie impreparata la Rai

Il Tar ha stabilito che dal 2026 non sarà più la Rai a occuparsi d’ufficio della kermesse, ma ci sarà bisogno di una gara d’appalto che segmenterà l’organizzazione. In questi giorni dunque si sta già pensando ad altre soluzioni e tra le tante la Rai ha proposto di spostare la gara dalla città di Sanremo.

Per ora, però, l’edizione 2025 si terrà come già prestabilito, senza tenere conto di questa decisione: il Tar ha stabilito che è troppo tardi per indire gare d’appalto. Dal 2026 la situazione potrebbe cambiare e la dirigenza Rai trema, come anche il comune di Sanremo per il quale il festival crea un business non indifferente.

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