La Meloni trae forza dalla sua coerenza e limpidezza
Conobbi Giorgia Meloni il 2006. Ero Capo ufficio stampa di Maria Burani Procaccini, la migliore presidente della commissione bicamerale infanzia,e amico del figlio Nicola Procaccini, brillante giovane dì destra oggi parlamentare europeo. Fu Nicola a presentarmela. Era segretaria nazionale dei giovani di An. Qualche mese dopo sarebbe diventata deputato e vice presidente della Camera a soli 29 anni. Sarei blandizio se dicessi che era già brava e determinata allora, lucida, instancabile. La rividi a Cosenza mesi dopo quando , insieme a Fausto Orsomarso, organizzammo un incontro pubblico a Corso Mazzini. Quella sera la accompagnai di notte a Napoli. Era certo impossibile,anche per un novello Nostradamus, immaginare che potesse diventare sedici anni dopo la prima donna presidente del Consiglio. Però non era difficile pensare che avesse un futuro luminoso, per quegli aspetti fondamentali del carattere che evidenziavano coraggio e consapevolezza. Scrive bene Alfredo Antoniozzi, deputato dì Fratelli d’Italia, quando dice che la Meloni trae forza dalla sua coerenza e dalla limpidezza con cui affronta le avversità, senza nasconderle. Quando il 2007 presento un mio libro a Roma sulla condizione dei figli dei separati non ebbe remore a raccontare le difficoltà della sua infanzia. Il 2013 preparammo insieme un progetto di legge per eliminare qualsiasi forma di patteggiamento per i pedofili. Questa dimensione di persona attenta alle tematiche dell’infanzia ne fa una persona di qualità superiore. La Destra che immagina è lontana dalla mia, perché più vicina a un modello di conservazione europea,ma è lo specchio di una modernità che può proiettarla a recitare un ruolo di primazia nelle dinamiche europee. L’unico , vero problema che potrebbe avere, ma che è comune a tutti i partiti, è la presenza di una classe dirigente periferica non sempre culturalmente attrezzata. La sfida è ambiziosa ma diventare la prima donna premier,a soli 45 anni, è una sorta di nemesi verso un mondo progressista che anche su questo è stato preso in contropiede. Dire che abbia legami con il fascismo è stupido. Dì quella Destra postfascista potrebbe riesumare le idee sociali e recuperare la tradizione culturale. Il pensiero gramsciano non le perdonerà niente ma ha le spalle larghe. E potrà ambire a zittire le prefiche che aspettano la crisi. Sorella d’Italia, lunga vita a Giorgia.
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