La Presidente della Regione Umbria, Stefania Proietti, sarebbe finita al centro di un’ondata di odio che da giorni la starebbe seguendo sul web. Lo ha annunciato la stessa, sostenendo di essere pronta a di ricorrere a vie legali per porre fine a questa situazione insostenibile.
La campagna d’odio nei suoi confronti sarebbe cominciata dopo l’avvio del dibattito legato alla manovra finanziaria della Regione per colmare il buco di bilancio nella sanità umbra. Da quel momento era stato diffuso il soprannome di “Lady Tax“.
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Stefania Proietti sostiene che le diffamazioni nei suoi confronti siano state alimentate anche dalle espressioni pesanti pronunciate dai rappresentanti politici di altri schieramenti. “Non è possibile che il confronto politico si abbassi a questo livello, arrivando a manifestazioni di violenza verbale così inaudita“, ha infatti dichiarato.
La denuncia su Facebook
Con un post su Facebook la donna, sindaco di Assisi dal 2016 al 2024, ha pubblicato le accuse, minacce e ingiurie anche di natura sessista che in questi giorni le sarebbero stati rivolti sui social.
Proietti è pronta a denunciare oggi presso la polizia postale gli insulti “contro la sua persona e contro l’istituzione che rappresenta“. La donna assisana sarebbe intenzionata a richiedere agli autori dei messaggi il risarcimento danni per tutelare la sua immagine e quella dell’ente che rappresenta. La cifra raccolta sarà devoluta in beneficenza.
Proietti: “insulti sessisti autorizzano a cultura dell’odio”
La Presidente delle Regione ha condiviso le sue caricature con minigonna e scolatura condivise dagli hater negli ultimi giorni. Alcuni commenti presenti sotto a questi post non sono rivolti direttamente alla sua persona, ma chiamano in causa il suo operato e quello della sua coalizione.
In particolare sono stati i meme e i commenti a sfondo sessista a indignare Proietti, non tanto per essere diventata lei stessa vittima di scherno sui social, ma perché questi attacchi “riguardano le tante giovani donne che stanno pensando, oggi, di impegnarsi in politica“.
“Questo tipo di linguaggio non è mai stato usato contro colleghi uomini“. Per Proietti, leader della coalizione umbra di centrosinistra, è necessario che si ricominci a dare un valore alle parole, soprattutto sui social, perché è dal linguaggio che inizia la violenza e si autorizza la cultura dell’odio.
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