La ministra per le Riforme, Maria Elisabetta Alberti Casellati, a margine del convegno di IoCambio, si è espressa sulla riforma sul premierato, soffermandosi sull’ostruzionismo delle opposizioni, come “schiaffo alla Costituzione” e manifestando l’intenzione di accelerare l’iter della riforma. L’intento è quello di discutere il testo del Ddl, e approvarlo, prima delle prossime elezioni europee.
Premierato, i dem in scontro aperto contro la riforma
Le affermazioni di Casellati, rilasciate durante la prima iniziativa di IoCambio che ha avuto luogo ieri all’Ara Pacis, hanno altresì messo in evidenza la complessità politica e legislativa che il disegno di legge sta incontrando, soprattutto a causa dell’ostruzionismo delle opposizioni, che si batterà con tutte le sue forze per contrastare la riforma.
La titolare delle riforme ha definito l’ostruzionismo delle opposizioni in commissione come uno “schiaffo alla Costituzione“. I dem, infuriati con Carta alla mano, hanno spiegato i motivi della loro contrarietà: “La nostra opposizione al disegno di legge sul Premierato, che vuole umiliare il ruolo del Parlamento e di conseguenza del Capo dello Stato, sarà durissima, intransigente e senza sconti”, hanno riassunto il presidente dei senatori, Francesco Boccia, e il capogruppo in commissione Affari Costituzionali, Andrea Giorgis.
Premierato, la frenata di Balboni
Stona invece l’intervento di Alberto Balboni, presidente della commissione Affari Costituzionale di Palazzo Madama, dirigente di spicco del partito che più di ogni dovrebbe volere il premierato, quello di FdI: “Con la minoranza abbiamo trovato un modus vivendi; io sono soddisfatto di come stanno procedendo i lavori. Andremo in aula quando avremo finito: non legherei il testo a una scadenza elettorale“.
Questo spirito compromissorio è proprio di chi è consapevole dell’importanza di evitare uno scontro aperto con le opposizioni in Aula. Ma anche di chi crede che se per frenare sull’Autonomia differenziata serve fare un passo indietro anche sul Premierato, allora che una frenata sia accolta.
Ripercussioni negative finiranno per ricadere tutte tutte su Salvini, che con il rinvio dell’Autonomia differenziata rischia di perdere l’appeal che unisce la Lega e l’ultima figura storica del Carroccio, Calderoli, alla sua leadership.
