Politici spiati dalla direzione antimafia: da Fascina a Lollobrigida

Le indagini per le attività di spionaggio illecite ai danni di politici e personaggi pubblici continua coinvolgendo anche la Direzione nazionale antimafia. Tra le "vittime" di spionaggio ci sarebbero anche il Ministro Crosetto, il Ministro Lollobrigida e Marta Fascina

Redazione
3 Min di lettura

Una vasta rete di accessi abusivi agli atti informatici di banche dati riservate ha sconvolto la politica italiana, gettando luce su un presunto scandalo di dossieraggio che coinvolge una serie di figure di spicco, tra cui, oltre a diversi politici, anche imprenditori ed esponenti del mondo dello spettacolo. L’inchiesta, condotta dalla Procura di Perugia, ha preso avvio da un’esposto presentato dal ministro della Difesa Guido Crosetto alla fine del 2022, dopo che il quotidiano Domani aveva sollevato interrogativi riguardo ai compensi ricevuti in passato da Crosetto da parte della società Leonardo, per consulenze prestate attraverso le aziende di cui faceva parte prima di assumere incarichi governativi.

Alcuni dei politici spiati

Il centro di questa indagine è il luogotenente della Guardia di Finanza Pasquale Striano, la cui attività è al centro delle accuse. Striano è stato accusato di circa 800 accessi abusivi alle banche dati, attività condotta dal 2020 in avanti. Tra le vittime di questi presunti accessi illegali figurano nomi di rilievo come Guido Crosetto, Adolfo Urso, Francesco Lollobrigida e Marta Fascina.

Francesco Lollobrigida
Francesco Lollobrigida, Ministro dell’agricoltura

Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, la lista degli interessati sarebbe piuttosto lunga e comprenderebbe una vasta gamma di personalità, tra cui il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giovanbattista Fazzolari, il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli, l’ex sottosegretario leghista Claudio Durigon, l’ex premier Matteo Renzi, l’ex parlamentare Denis Verdini, l’ex presidente della Camera Irene Pivetti e altri ancora.

Le indagini in corso e il coinvolgimento della DNA

Ma l’indagine non si ferma qui, estendendosi anche al giudice antimafia Antonio Laudati, attualmente in servizio come sostituto procuratore della Direzione nazionale antimafia. Laudati, pur formalmente ancora in servizio, è da tempo senza incarichi, in attesa del pensionamento, previsto fra meno di due mesi. L’interrogativo che rimane irrisolto è il motivo di questa vasta attività di spionaggio. È possibile che sia stata condotta su iniziativa di Striano, ma si ipotizza anche che possa essere stata condotta su richiesta di qualcun altro. Le indagini su tali reati sono ancora in corso.

Il contesto in cui si è verificato questo scandalo è particolarmente sensibile, poiché coinvolge la Direzione nazionale antimafia (DNA), un organismo incaricato di combattere il crimine organizzato e che dovrebbe garantire la massima sicurezza dei dati sensibili. Organismo che ha anche subito un cambio di gestione del gruppo Sos (Segnalazioni operazioni sospette) ben prima che il caso espodesse, ottenendo in seguito le funzioni di coordinamento investigativo in materia di cyber-sicurezza ottnenedo di conseguenza gli accessi alle banche dati.

© Riproduzione riservata

TAGGED:
Condividi questo Articolo