Scoppia polemica per la vignetta “fallica” contro Salvini. Regione: “Tradita fiducia”

Martina Onorati
2 Min di lettura

La Regione Piemonte valuta revoca patrocinio al Torino comics. L’opera raffigura il vicepremier che fa il saluto romano, con la fascia dell’Ue al braccio mentre un grande fallo gli eiacula in faccia

Scoppia la polemica per il quadro in mostra al Lingotto Fiere nell’ambito di Torino Comics, dell’artista spagnolo Luis Quiles, che ritrae Matteo Salvini intento a fare il saluto romano con una fascia dell’Unione Europea al braccio, mentre un grande fallo gli eiacula in faccia.

Una valanga di critiche da parte della Lega, tanto che, la Regione Piemonte, valuta di revocare il patrocinio agli organizzatori di Torino comics. 

vignetta alvini Torino Comics il difforme
Il quadro di Luis Quiles in mostra al Torino comics che ritrae Matteo Salvini

“Una schifezza disgustosa. Direi penosa”. Così il vice premier Matteo Salvini su Instagram commenta, (postandone anche la foto), il quadro in mostra a Torino. L’opera è ospitata nella “Zona Rossa” della mostra del fumetto, dedicata al fumetto erotico. “Opera d’arte esposta a Torino. A me – commenta Salvini – con tutto il rispetto, pare solo una schifezza disgustosa. Direi penosa”.

“Un patrocinio è un atto di reciproca fiducia. Fiducia tradita nel momento in cui il vicepremier Matteo Salvini viene dileggiato in un’opera di assoluta volgarità”, affermano l’assessore regionale alla Cultura Vittoria Poggio e il capogruppo della Lega in consiglio regionale Alberto Preioni.

“Chi ha avuto la malafede di esporre un’opera del genere ha tradito lo spirito del nostro patrocinio. Vogliamo essere chiarissimi: se mai avessimo anche solo intuito che una simile tavola volgare e idiota fosse esposta, noi quel patrocinio mai lo avremmo accordato. E appunto valuteremo come ricorrere contro questo gesto vigliacco”. Secondo Poggio e Preioni l’opera di Quiles “è priva di contenuti, volgare e poco rappresentativa della realtà anche in versione dissacratoria.

La vignetta rappresenta in maniera plastica i limiti di chi l’ha disegnata piuttosto di quelli della politica che avrebbe voluto criticare”.

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