Le tensioni politiche delle ultime ore stanno mettendo a rischio una serie di dossier economici messi a punto da Palazzo Chigi. In ballo ci sono il decreto su caro energia, aiuti a famiglie e imprese, Pnrr e riforma delle pensioni
Lo scenario che si prospetta con la fine di questo esecutivo non è dei migliori, considerando anche l’inflazione galoppante e la minaccia di una recessione fomentata dallo stop delle forniture di gas da parte della Russia.
Il presidente del consiglio Mario Draghi soltanto nella giornata di ieri aveva promesso il varo entro fine mese di un nuovo importante provvedimento a sostegno di famiglie e imprese. In ballo anche la proroga oltre il 2 agosto del taglio delle accise sulla benzina e gli sconti in bolletta alle famiglie più povere. Tra i vari obiettivi da raggiungere ci sarebbero stati la riforma del fisco e della concorrenza, il completamento del polo strategico nazionale, l’adozione della riorganizzazione del sistema di istruzione primaria e secondaria, l’aggiudicazione dei progetti per rafforzare la resilienza del sistema elettrico, l’aumento del 15% del gettito fiscale rispetto al 2019 attraverso le cosiddette “lettere di conformità”, il rafforzamento degli organici di tribunali penali e civili.
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Al vaglio del governo anche l’ipotesi del taglio dell’IVA su alcuni beni di largo consumo e l’introduzione di un salario minimo agganciato ai contratti nazionali di categoria. Un esecutivo dimissionario però potrebbe non avere la possibilità di agire per mezzo di decreti-legge.
Se si dovesse tornare alle urne – molto dipenderà dalla durata della stasi politica – non si potrebbe votare fino alla fine di settembre. Fino all’autunno inoltrato il paese rimarrebbe in balia di una crisi internazionale, senza considerare che sarebbe complicato ottenere una legge di bilancio in grado di andare oltre l’ordinaria amministrazione. La ex finanziaria andrebbe approvata entro il 31 dicembre e tempi e modi potrebbero dare il pretesto a questo esecutivo per non inserire il taglio al cuneo fiscale da 5-10 miliardi che era stato promesso.
Le scadenze del Pnrr
Sul fronte Pnrr l’Italia finora è riuscita a rispettare le 45 scadenze fissate entro la fine del mese scorso, riuscendo così a sbloccare i 24,1 miliardi lordi della seconda tranche. In questa fase dovrebbero essere compiuti gli altri 55 obblighi, pena la terza rata del piano di aiuti economici, pari a 21,8 miliardi di euro.
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