Lo stop del gas russo in Europa è in vigore ormai da più di un mese, dopo che lo scorso 1 gennaio non è stato rinnovato l’accordo tra Mosca e Kiev per il passaggio del gas nei metanodotti di Kiev. Da allora l’Europa cerca di comprendere quali saranno le conseguenze dell’acquisto dal gas da nuove fonti, più lontane e più dispendiose. Gilberto Pichetto Fratin, il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, ha affrontato la questione a Giù la maschera su Radio Uno, sostenendo la possibilità di dover individuare un intervento complessivo per utenze domestiche e imprese che faccia fronte ai prezzi del gas presenti in questo momento sul mercato.
Il ministro ha ribadito la necessità di intervenire al più presto sulla questione ed ha sottolineato il suo intervento in Ue per chiedere di inserire un price cap, al fine di sospendere le quotazioni. Secondo il ministro, in questo modo la compravendita del gas proseguirebbe, ma non si potrà più “scommettere o vendere a termine“, ovvero attraverso il meccanismo che prevede che la consegna delle somme giunga a seguito di un determinato tempo rispetto al momento in cui viene stipulato il contratto di compravendita.
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Infatti per Pichetto, il rincaro del gas si è verificato a seguito della reazione della borsa europea del gas, il Ttf di Amsterdam, un mercato con un valenza molto finanziaria, che genera qualche tensione con le operazioni di acquisto e vendita a termine. Per far fronte al caro bolletta dell’energia e all’obiettivo delle emissioni zero nel 2025, Pichetto rilancia la possibilità del nucleare, con impianti di quarta generazione, non inquinanti e con scorie facilmente gestibili.
Pichetto: “Ricostruire stoccaggi con gas sopra ai 35 euro è un problema”
Il ministro dell’Ambiente ha sottolineato che al momento la preoccupazione principale riguarda la necessità di ricostituire gli stoccaggi di gas in Italia, in quanto questi si trovano ancora ad un buon livello ma stanno pian piano scendendo. “Ricostituire gli stoccaggi col gas sopra i 35 euro diventa un problema serio per lo Stato“, ha spiegato Pichetto, annunciando di aver già dato avvio alla ricostituzione anche per il prossimo inverno, per evitare che magari in futuro sia necessario farlo con prezzi più elevati.
Pichetto: “Vanno integrate le attuali produzioni con il nucleare”
Trattando poi del delicato tema del reinserimento del nucleare in Italia, il ministro ha chiarito che il suo utilizzo è necessario per raggiungere l’obiettivo delle emissioni zero nel 2025. “Non possiamo basarci solo sulla produzione delle energie elettriche odierne, come idroelettrico, geotermico, fotovoltaico ed eolico“, ha ribadito Pichetto, ricordando il monito degli analisti, secondo cui nei prossimi 20 anni avremo un raddoppio della domanda di energia. L’Italia, quindi, non può permettersi di farsi trovare impreparata e deve necessariamente valutare ogni sua possibilità.
A chi teme per il futuro delle scorie nucleari, Pichetto sottolinea la necessità di operare una distinzione tra le scorie dei depositi geologici, che si trovano in Francia e in Inghilterra, ma che noi potremmo riutilizzare come combustibili per i piccoli reattori di quarta generazione, e le scorie a bassa intensità, prodotte dagli ospedali e per i quali in Italia esistono circa 100 depositi. Sulla possibilità, poi, di interventi in bolletta sul nucleare, il ministro ha ricordato come in Italia non vi sia “fonte di energia che non sia integrata a tariffa“, comprese quelle provenienti da centrali termiche, eolico e fotovoltaico.
Quindi, anche nel caso del nucleare, l’Italia valuterà in che modo integrare il nucleare nella tariffa, nel momento in cui ci sarà lo strumento di valutazione del costo della produzione energetica da nucleare. Il tutto sempre per cercare di creare il maggior vantaggio possibile nel Paese.
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