Durante la conferenza stampa conclusiva della riunione interministeriale del G7 a Mirabella Eclano, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha espresso preoccupazione per i potenziali flussi migratori che potrebbero emergere a causa di un possibile aggravamento del conflitto in Medio Oriente, in particolare verso il Libano. “Al momento non abbiamo indicazioni su nuovi flussi migratori verso l’Italia,” ha affermato. “Tuttavia, i primi riflessi di questa crisi si faranno sentire principalmente nel quadrante orientale, in Paesi come Cipro“.
Piantedosi ha poi affrontato il tema della cybersicurezza, definendo la minaccia cyber come una delle più significative in un contesto globale in rapida evoluzione. “Dobbiamo essere al pari della criminalità organizzata che si muove su questi versanti,” ha dichiarato, sottolineando l’importanza di un approccio proattivo. Riferendosi all’arresto recente di un giovane hacker che aveva violato i sistemi di sicurezza del ministero della Giustizia, ha aggiunto: “L’hacker arrestato aveva capacità quasi geniali. È fondamentale che anche lo Stato possa vantare competenze di alto livello per contrastare tali minacce“.
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Piantedosi ha insistito sulla necessità di una cooperazione più ampia: “Non basta l’azione delle istituzioni pubbliche e delle forze dell’ordine. Serve un’alleanza circolare che coinvolga il settore privato, le università e gli internet provider“. Questo approccio, secondo lui, è cruciale per affrontare la crescente complessità delle minacce informatiche.
Sull’argomento del terrorismo, ha dichiarato: “In un momento delicato come questo, siamo determinati a adottare tutte le misure lecite, sia a livello nazionale che internazionale, per affrontare l’attuale escalation in Medio Oriente“. La sicurezza rimane una priorità assoluta, e il governo sta esaminando attentamente tutte le opzioni disponibili.
Piantedosi sul traffico degli esseri umani
Riguardo a Tunisia, Algeria e Libia, ha elogiato gli sforzi di questi Paesi nella lotta contro il traffico di esseri umani. “Hanno fatto grandi passi avanti nel rispetto dei diritti umani,” ha detto Piantedosi. Ha aggiunto che sono in corso rimpatri volontari assistiti, attuati in collaborazione con organizzazioni internazionali, per garantire che il ritorno avvenga in modo consensuale e dignitoso.
Infine, il ministro ha commentato l’interesse suscitato dal modello dei centri per migranti in Albania tra i membri del G7. “Questo piano è stato guardato con grande attenzione,” ha affermato. “Si differenzia chiaramente dal modello britannico in Ruanda, poiché viene attuato nel rispetto delle regole europee“. Ha rivelato che 15 Paesi europei hanno già chiesto alla Commissione di considerare il modello italiano come una possibile estensione sotto l’egida dell’Unione Europea. “I centri saranno sotto giurisdizione italiana e prevediamo di attuare una procedura accelerata di frontiera che diventerà legge europea dal 1 gennaio 2026,” ha concluso.
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