Piantedosi si tira fuori dall’ipotesi rimpasto: “Non mi riguarda, ma capisco Salvini”

"Fino a quando mi sarà richiesto, mi interessa solo far bene il mio lavoro", ha sentenziato il ministro, sostenendo di comprendere in parte le aspirazioni di Salvini, in quanto il ministero di cui è a capo "è l'essenza più profonda dello Stato"

Redazione
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Rimpasto o non rimpasto? Il balzo in avanti del leader della Lega Matteo Salvini che, dopo l’assoluzione nel processo Open Arms, ora punta ad un ritorno al Viminale, continua a far discutere l’esecutivo Meloni. In una intervista a La Stampa, uno dei diretti interessati, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, ha deciso di lasciarsi fuori dalla questione, sottolineando di non credere che il governo possa cedere ad un nuovo cambiamento, ma lasciando intendere di non essere pronto ad opporsi nel caso in cui questo accadesse.

Fino a quando mi sarà richiesto, mi interessa solo far bene il mio lavoro“, ha infatti sentenziato il ministro, sostenendo di comprendere in parte le aspirazioni di Salvini, in quanto il ministero di cui è a capo “è l’essenza più profonda dello Stato“. Intanto, mentre il futuro del suo ministero sembra piuttosto incerto, Piantedosi si crogiola nei successi ottenuti in questo 2024. Dall’arresto di criminali, come Matteo Messina Denaro, fino alla diminuzione del 60% degli sbarchi rispetto al 2023, passando per l’ottima prevenzione in materia di terrorismo.

Il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi
Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi

Il 2024, però, si chiude per il Viminale con una nuova sfida all’orizzonte: il ritorno di Cecilia Sala, la giornalista arrestata a Teheran, in Italia. Al momento Piantedosi ha deciso di non commentare nello specifico quanto sta accadendo, esortando tutti a procedere con cautela e a proteggere la discrezione che lo Stato italiano sta tentato in tutti i modi di preservare sul caso. Sul futuro dei centri in Albania, invece, il ministro non ha dubbi: questi funzioneranno e la loro entrata in funzione è stata ritardata solo da processi che avrebbero ceduto all’ideologia.

Piantedosi: “Sul caso Sala non è il momento di fare congetture

Il ministro dell’Interno, interrogato sul delicato caso dell’arresto di Cecilia Sala, ha ricordato l’importanza di lasciare all’intelligence il compito di gestire, in coordinazione con la Farnesina, il rilascio della reporter italiana. “Non è il momento di fare congetture, né è opportuno farle“, ha infatti tuonato Piantedosi, sottolineando come la riservatezza si dimostrerà come uno degli obiettivi principali che permetteranno di riportare a casa la 29enne.

Al momento, quindi, non è possibile comprendere tra quanto Sala possa essere rilasciata, né quali saranno gli accordi tra i due Paesi affinché questo accada. L’auspicio, sottolineato dal titolare del Viminale è che questo “avvenga il prima possibile“.

Piantedosi: “Sull’Albania alcuni magistrati hanno espresso preventivamente la loro contrarietà

Matteo Piantedosi ha poi affrontato con un certo piglio speranzoso il tema dei centri per migranti in Albania. Si tratta di una delle iniziative italiane che ha il fine di eliminare del tutto la tratta di esseri umani, creando un deterrente per le partenze e permettendo rimpatri più veloci. Questo stesso sistema si trova però in una situazione di stallo a causa delle problematiche giuridiche legate proprio alla definizione dei Paesi sicuri in cui rimpatriare questi migranti.

Piantedosi non nutre dubbi sul fatto che i centri entreranno in funzione e saranno più che utili, ma per ora resta il dubbio sulle tempistiche. “È stato evidente a tutti che alcuni magistrati abbiano pubblicamente e anche preventivamente espresso contrarietà a questa come ad altre iniziative del governo per contrastare l’immigrazione irregolare“, ha quindi affondato il ministro dell’Interno, sottolineando però di nutrire sempre una certa fiducia nella magistratura.

A questo fronte chiuso, il governo ha deciso di rispondere attraverso i ricorsi alle giurisdizioni superiori e poi adeguando la normativa. “Ricordo che stiamo parlando di attività che consentiranno di rimpatriare in tempi brevi e in Paesi sicuri quei migranti irregolari che non hanno il diritto di rimanere“, ha continuato Piantedosi, sostenendo che questa attività sia sempre portata avanti nel rispetto degli orientamenti normativi europei.

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