Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi è consapevole delle crescenti tensioni che il conflitto in Medio Oriente sta causando anche nel nostro Paese e dei timori di possibili attacchi terroristici che potrebbero verificarsi nel Paese. “Non ci sono informazioni specifiche su azioni ostili in corso di organizzazione sul nostro territorio nazionale” ha però rassicurato Piantedosi in un’intervista a Il Messaggero, evidenziando come nonostante questo l’attenzione sul territorio resti massima.
“L’impegno in chiave di massima prevenzione finora messo in campo è stato di grande importanza. Solo per citare un dato, dal 7 ottobre scorso abbiamo allontanato dal nostro territorio 90 persone che rappresentavano un rischio per la sicurezza internazionale” ha infatti dichiarato il ministro, volendo porre l’accento sul lavoro che negli ultimi mesi è stato svolto con rigore e attenzione dalle forze dell’ordine del nostro Paese. Il ministro ha poi affrontato altri due temi piuttosto complessi che riguardano l’attualità italiana.
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Da un lato la riforma della Cittadinanza, presentata da Forza Italia sotto forma di Ius Italiae, che è stata pesantemente criticata in quanto potrebbe trasformarsi in aiuto verso l’immigrazione illegale, e dall’altro il tema della Cybersicurezza. Dopo il caso dei dossieraggi con protagonisti Striano e Laudati, un nuovo episodio di infrazione dei dati sensibili del governo ha messo in allarme il Paese, riaccendendo l’attenzione sulle falle del sistema informatico italiano.
Piantedosi: “Le attività di prevenzione sono al massimo“
Il ministro dell’Interno affrontando il tema del terrorismo islamico ha sostenuto che al momento sembrerebbe esservi la consapevolezza della presenza di una “crescente radicalizzazione di alcune posizioni e la evidente suggestione di alcuni di cavalcare i temi della crisi insorta con gli attacchi del 7 ottobre scorso allo scopo di rinnovare comportamenti e progetti di destabilizzazione, creando un clima di tensione“. All’interno di questo quadro, quindi, è sembrato fondamentale rafforzare gli agenti sul territorio, per evitare che la situazione possa sfuggire di mano.
Ovviamente, secondo Piantedosi, la causa di queste suggestioni è proprio il conflitto in Medio Oriente, in quanto questo potrebbe rappresentare “un richiamo all’attenzione di appartenenti alle varie aree dell’antagonismo, sempre alla ricerca di temi da cavalcare“. In questo senso, sembrerebbe molto più preoccupante la possibile azione di lupi solitari, piuttosto che l’organizzazione di un vero e proprio attacco terroristico. I primi, come chiarito da Piantedosi stesso, sono più difficili da individuare e fermare preventivamente, anche se per ora in Italia le attività di controllo sembrano funzionare.
Ora, il prossimo giorno caldo sarà quello del 12 ottobre, in cui è prevista una manifestazione autorizzata di gruppi ProPal. Piantedosi però non sembra preoccupato, nella consapevolezza della buona gestione del corteo dello scorso 5 ottobre. Nonostante il ferimento di 34 agenti, la frangia violenta del corteo è stata contenuta: “Contenendo con equilibrio i manifestanti, le forze di polizia hanno salvato il centro di Roma da probabili violenze e da danneggiamenti che sarebbero stati difficilmente controllabili“.
Piantedosi: “Gli scafisti usano sempre più metodi di stampo mafioso“
Trattando poi del gravoso problema dell’immigrazione irregolare, il ministro Piantedosi ha sottolineato che il problema sarà ora affrontato grazie ad una proficua collaborazione con Paesi terzi, espressione di visioni politiche diverse, ma comunque interessati a porre fine all’immigrazione irregolare. Il ministro ha evidenziato che in Italia ora si punta al rafforzamento delle capacità investigative delle forze di Polizia “e ad una più stretta cooperazione internazionale, giudiziaria e di polizia“.
Nello specifico, poi, i Paesi dell’Ue vorrebbero collaborare al fine di realizzare campagne di prevenzione nei Paesi da cui provengono questi migranti, nella speranza di farli desistere dall’affidarsi a scafisti. “Mostreremo i rischi a cui vanno incontro i migranti quando mettono la loro vita nelle mani degli scafisti“, sfruttando allo stesso tempo la competenza delle autorità italiane per porre fine a questa pratica. Piantedosi ha infatti chiarito che gli scafisti utilizzano sempre di più metodi di tipo mafioso, su cui gli agenti italiani sono specificamente formati. “Queste unità dovranno mantenere un focus sulle indagini finanziarie seguendo il noto approccio del follow the money” ha sostenuto il ministro.
Per quanto riguarda, invece, il tema dello Ius scholae, Piantedosi ha tentato di mantenere una posizione moderata, chiarendo di non voler entrare nei dettagli del dibattito per evitare che le sue parole possano essere “strumentalizzate“. Il ministro ha però voluto rivolgere un appello, sottolineando la necessità di “tenere sempre vivo il monitoraggio sull’adeguatezza di una legge rispetto ai mutati contesti e nella consapevolezza che l’Italia, con la normativa vigente, è il Paese che riconosce il maggior numero di cittadinanze in Europa“.
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