Il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti ha presentato ieri il Piano strutturale di bilancio davanti le Commissioni Bilancio di Camera e Senato. E il gruppo del Partito Democratico del Senato ha presentato una risoluzione al documento con delle richieste che toccano diversi campi.
Le richieste del Pd al Piano strutturale di bilancio
Riguardo all’istruzione, università, ricerca e cultura, si richiede innanzitutto di raggiungere i livelli europei della spesa rispetto al Pil. Questo per poter realizzare diversi obiettivi, come aumentare i finanziamenti per il rinnovo del contratto di lavoro e per il settore 0-6 anni. Altri includono adottare misure di prevenzione contro l’abbandono precoce dell’istruzione e della formazione, ridurre il numero degli alunni per classe per evitare la chiusura delle scuole nelle aree interne e montane e garantire il diritto allo studio scolastico e universitario.
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Altri ancora: adeguare la dotazione finanziaria del Ffo all’inflazione cumulata degli ultimi tre anni, avviare un piano pluriennale di contenimento del precariato, cercare misure per garantire l’innalzamento dell’obbligo di istruzione. Infine servirebbe rafforzare i dottorati e la ricerca universitaria, sensibilizzare sull’importanza sociale della cultura e del patrimonio culturale e sostenere il ruolo trainante del patrimonio storico e artistico del nostro Paese e delle professionalità presenti nei relativi settori.
Anche in ambito sanitario si chiede l’aumento della spesa sanitaria per allinearla a quella europea, raggiungendo in 5 anni una percentuale sul Pil non inferiore al 7,5%. Gli obiettivi sono l’aumento degli stipendi nelle diverse categorie, il finanziamento adeguato a servizi di prossimità e territoriali e la riduzione del divario territoriale tra Nord e Sud, ma anche tra aree urbane e aree interne.
Per quanto riguarda le politiche sociali e la riduzione delle disuguaglianze sociali i dem chiedono di incrementare gli strumenti per assicurare una vita indipendente alle persone affette da disabilità e non autosufficienti. Poi di rendere universale l’assegno di inclusione, potenziare i servizi alla persona e i progetti di inclusione sociale e lavorativa. Richiedono nuove risorse per il disagio abitativo e la predisposizione di un piano di edilizia residenziale.
Vorrebbero altre risorse anche per finanziare lo svolgimento delle funzioni fondamentali e dei servizi in favore dei cittadini, soprattutto nei settori
sanitario, sociale e del trasporto pubblico locale. Chiedono di evitare che le nuove regole della governance economica europea possano diminuire la spesa per investimenti del comparto che renderebbe impossibile la piena realizzazione degli obiettivi del Pnrr.
Per la riduzione dei divari territoriali, si richiede di potenziarne le politiche, in vista dell’applicazione dell’autonomia differenziata, e di potenziare anche quelle per lo sviluppo sostenibile delle aree interne, dei territori montani e delle isole, investendo in infrastrutture, curando il territorio, assicurandosi della presenza di servizi scolastici, sanitari e socio sanitari. Infine si dovrebbero definire e finanziare i livelli essenziali delle prestazioni (Lep) “quali livelli inderogabili di quantità e qualità dei servizi pubblici da garantire su tutto il territorio nazionale, come sancito dall’articolo 117 della Costituzione e dalla legge delega n. 42 del 2009”.
Psb, il dissenso del Pd e del M5s
Mariolina Castellone (M5s), vicepresidente del Senato, è intervenuta nell’aula di
palazzo Madama sul Piano strutturale di bilancio, dichiarando che il governo ha ereditato il Pnrr, “l’unico piano di crescita che c’è”, crescita che ha sperperato. Quindi afferma che è normale che poi verranno fatti dei tagli nella prossima legge di Bilancio. “Un vero patriota difende il Paese e i suoi cittadini”, provoca. Concludendo spinge a non tagliare il servizio sanitario nazionale, “che deve restare pubblico, accessibile a tutti e su tutto il territorio nazionale”.
Anche il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia esprime dissenso verso il Psb e dichiara di voler sapere “quali saranno i sacrifici che il ministro Giorgetti ha annunciato” e che ieri sera nell’audizione davanti alle commissioni Bilancio non ha chiarito. “L’unica notizia certa è che la crescita all’1 per cento più volte propagandata per il 2024 non c’è, come previsto da tutti gli osservatori economici indipendenti” afferma. Boccia si chiede perché il governo dopo aver ammesso di aver sbagliato nel 2024, rifaccia gli stessi errori per il 2025 annunciando una crescita all’1,2 % del Pil “che sicuramente non ci sarà!”.
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