Pensioni, l’allarme nei dati Inps: 3 italiani su 10 percepiscono meno di 1000 euro al mese

Nel 2023 la pensione minima corrispondeva a 614 euro e nel 2025, a seguito di un aumento contenuto nella Legge di Bilancio, raggiungerà i 617 euro; le opposizioni non sono però soddisfatte e chiedono considerazioni maggiori per i pensionati in difficoltà

Redazione
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Ad un giorno di distanza dall’annuncio del governo sull’aumento delle pensioni minime, contenuto nella Legge di bilancio per il 2025, l’Inps ha pubblicato i dati riguardanti il sistema pensionistico italiano, che descrivono purtroppo un quadro a tratti allarmante. I pensionati che nel 2023 hanno percepito un assegno pensionistico dal valore inferiore ai 1000 euro sono stati 4.786.521, ovvero il 29,5% del totale. Tre pensionati su dieci sull’intero territorio nazionale, quindi, faticano a sbarcare il lunario e sono ormai prigionieri di un sistema economico in cui il costo della vita continua ad aumentare ma le loro entrate restano sempre le stesse.

Nelle scorse settimane il governo, sotto la spinta di Forza Italia e Lega, si era imposto di valutare possibili aumenti degli assegni pensionistici, in particolare quelli sociali. Nel 2023 la pensione minima corrispondeva a 614 euro, a seguito di un aumento minimo rispetto all’importo dell’anno precedente, e l’obiettivo dei forzisti era quello di ottenere un aumento considerevole che potesse cambiare in meglio la vita dei percettori dell’assegno. Le prime stime avrebbero previsto un amento tale da far giungere l’importo a 621 euro, eppure nella manovra giunta ieri all’analisi della Camera dei deputati, l’aumento è stato ben al di sotto delle aspettative.

Tale improvviso dietrofront avrebbe infuriato le opposizioni, che ritengono la posizione del governo una presa in giro nei confronti di chi quotidianamente tenta di sopravvivere con il solo importo della pensione sociale, ovvero i circa 1,8 milioni di pensionati che percepiscono questo specifico assegno. “Forza Italia aveva annunciato in pompa magna l’aumento delle pensioni minime. Una battaglia campale, una vittoria che doveva essere centrata con questa Legge di bilancio, costi quel che costi” ha infatti ricordato il capogruppo di Italia Viva alla Camera Davide Faraoni, prima di dichiarare sarcasticamente: “E così, gli assegni per i pensionati poveri sono passati da 614,7 euro a  619,9. Un aumento di 3,2 euro al mese. Vittoria piena, non c’è che dire“.

Pensioni, i dati dell’Istat

L’Osservatorio sulle prestazioni pensionistiche e i beneficiari dell’Inps ha rilevato che nel totale in Italia i percettori di prestazioni pensionistiche sono 16,2 milioni, che in media hanno 1,4 assegni pensionistici ciascuno. Le donne sono la quota maggioritaria tra i pensionati, ovvero il 52%, ma gli uomini comunque percepiscono il 56% dei redditi pensionistici, in quanto nella maggioranza dei casi hanno avuto carriere contributive più lunghe e retribuzioni più alte rispetto alle loro controparti femminili.

Le differenze tra uomo e donna sono significative, quindi, anche negli importi degli assegni: nel 2023 la media delle pensioni è stata di 21.382 euro, ma per gli uomini questa si attestava sui 24.671 e per le donne sui 18.291 euro. Per quanto riguarda il numero di assegni per persona, l’Inps ha calcolato che il 68% dei beneficiari percepisce una sola prestazione, il 32% ne percepisce invece due o più. In particolare, il 24,1% dei beneficiari riceve due prestazioni, il 6,7% tre e l’1,2% quattro o più.

Nel 2023, poi, il numero dei percettori di pensioni è aumentato dello 0,6% e l’importo complessivo annuo degli assegni è cresciuto del 7,7%, raggiungendo un ammontare complessivo annuo di 347.032 milioni. Secondo i dati dell’Inps sembrerebbe che il 47,8% dei pensionati risiedono nel Nord Italia, dove quindi viene percepito il 51% del totale della spesa pensionistica. Invece, tra coloro che percepiscono pensioni minime, il 9,5% hanno un assegno con un importo inferiore a 500 euro, di cui l’11,5% sono donne.

Le critiche all’aumento nella Manovra

Le stime per l’aumento della pensione minima prevedevano un +2,7% sulla base dell’importo dell’assegno del 2024. In questo modo gli assegni del 2025 avrebbero potuto sfiorare la soglia dei 621 euro. Un aumento di circa 6 euro che avrebbe mostrato al Paese un reale interessamento per tutti coloro che anche nell’era della pensione continuano a faticare per arrivare a fine mese. A seguito di settimane di discussioni, però, l’aumento contenuto nella manovra è stato più basso di quanto preventivato.

Le pensioni minime cresceranno solo del 2,2% nel prossimo anno e dell’1,3% nel 2026. I percettori dell’assegno, quindi, vedranno aumentare l’importo della loro mensilità di 3 euro, rispetto all’anno precedente, arrivando alla cifra di 617,9 euro. A seguito della pubblicazione dei dati le opposizioni sono insorte contro le azioni del governo, criticando duramente il cambio di posizione sulle pensioni. “Tre euro e 13 centesimi di aumento alle pensioni minime è imbarazzante” ha dichiarato il capogruppo dell’Alleanza Verdi e Sinistra Giuseppe De Cristofaro, sottolineando che le cifre attuali non permetterebbero ai pensionati di arrivare a fine mese.

Sulla questione si è espresso anche Andrea Orlando, candidato del centrosinistra alle elezioni regionali per la Liguria, che ha definito “vergognoso” ciò che “sta avvenendo oggi con la manovra economica“. Il candidato ha sostenuto che se il governo non vuole assumersi la responsabilità di migliorare la vita dei cittadini in difficoltà, allora saranno le opposizioni ad occuparsi di questa mancanza.

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