Pensioni anticipate, al vaglio l’allungamento delle finestre: cosa cambia?

Redazione
4 Min di lettura

La priorità del prossimo autunno sarà la manovra finanziaria. Uno dei dossier su cui sarà necessario discutere più approfonditamente è quello che riguarda le pensioni, tema cruciale dell’attualità politica e terreno di scontro della Lega e di Forza Italia. Lo hanno chiarito tutte le forze di governo, anche tentando di allontanare l’attenzione dallo scontro sullo Ius scholae, promettendo una legge di bilancio che non sia “lacrime e sangue” ma che provi di unire ciò che è possibile fare con le risorse a disposizione.

I due partiti, infatti vorrebbero un cambiamento drastico del sistema pensionistico, che però si muove in direzioni diverse. Da un lato il Carroccio avrebbe proposto il pensionamento anticipato con quota 41, senza tener conto dell’età del pensionato, dall’altro i forzisti vorrebbero un aumento della pensione minima. Entrambe le proposte sarebbero accomunate da un unico ostacolo: il reperimento dei fondi. La mancanza di finanze sarebbe in realtà il filo conduttore dell’intera manovra, che richiederebbe un costo stimato di 25 miliardi ma che potrebbe addirittura arrivare a sfiorare i 30 miliardi.

Così il capitolo delle pensioni per ora rimane aperto e spetterà al governo trovare una quadra che accontenti i partiti e soprattutto i cittadini. Sembrerebbe che si stia prendendo in considerazione una modifica che permetterebbe di uscire dal lavoro con 42 anni e 10 mesi di contributi ma con un allungamento della finestra mobile“, ovvero il lasso di tempo compreso tra la maturazione del diritto alla pensione e il momento in cui effettivamente si può riscuotere il primo assegno. Un tentativo di guadagnare tempo e denaro che però potrebbe essere l’unica soluzione che realmente non pesi sulle spalle dello Stato.

Le ipotesi in lavorazione al governo per le pensioni

La manovra finanziaria potrebbe creare qualche attrito all’interno della maggioranza a causa delle difficoltà che si creerebbero nel tentativo di conciliare le richieste dei partiti e le necessità finanziarie del Paese. Così i tecnici e gli esperti sono al lavoro per creare simulazioni che possano far comprendere quali siano le strade migliori da percorrere, anche per quanto riguarda il tema delle pensioni. Con l’allungamento della “finestra mobile” aumenterebbe l’età pensionistica per gli italiani. Al momento nel nostro paese è possibile andare in pensione con 42 anni e 10 mesi di contributi, 41 anni e 10 mesi per le donne, mentre dall’anno prossimo questi numeri potrebbero slittare di 6 o 7 mesi.

Così sarà possibile uscire dal lavoro dopo 43 anni 4 mesi o anche 43 anni e 5 mesi, se si decidesse di allungare la finestra di 7 mesi. In questo modo, secondo le stime del governo, sarebbe possibile ripristinare l’equilibrio con la Quota 103, ovvero i 62 anni di età e i 41 di contributi, che ultimamente era divenuta irraggiungibile a causa dell’allungamento delle finestre che nel privato sono aumentate da 3 a 7 mesi e nel pubblico da 6 a 9 mesi.

La modifica della “finestra mobile“, inoltre, comporterebbe anche dei guadagni dal punto di vista economico. Basterebbe infatti il 70% di quanto stanziato lo scorso anno per il sistema pensionistico, ovvero 590 milioni a fronte degli 835 milioni previsti per il 2025. A livello finanziario, inoltre, sarebbe utile adottare il ricalcolo contributivo anche per le pensioni anticipate con 42 anni e 10 mesi, il che però sembra irrealizzabile a causa dei forti ostacoli posti dai sindacati.

© Riproduzione riservata

TAGGED:
Condividi questo Articolo