La manovra finanziaria per il 2025 è ancora bloccata in Aula alla Camera in attesa del voto di fiducia che si terrà domani, eppure, i cittadini italiani iniziano già a fare i conti con i nuovi provvedimenti che potrebbero venire approvati al suo interno. Primo tra tutti quello delle pensioni. Ormai sull’importo dell’assegno minimo ai pensionati sembrerebbe che non vi siano più certezze: dalla proposta di Forza Italia per farlo giungere a 620 euro, passando per la proposta del governo di innalzarlo di poco meno di due euro, fino all’ultima scelta, ovvero quello di un aumento pari a tre euro. Non è detto dunque che nei prossimi giorni la cifra non possa essere nuovamente modificata.
Una novità sostanziale riguarda però la possibilità della pensione anticipata per i cittadini italiani. Attraverso l’approvazione di un emendamento presentato dalla Lega che premia la flessibilità in uscita, chi ha una previdenza complementare potrà sommarla a quella obbligatoria per raggiungere un assegno del valore pari a tre volte quello della pensione minima, così da poter godere del ritiro dal lavoro già a 64 anni. Inoltre nel testo della Legge di bilancio è stata riproposta la Quota 103, che prevede il pensionamento a 62 anni di età con 41 anni di contributi da maturare nel corso del 2025.
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In questo ultimo caso, non sono mancate alcune critiche. L’Inps, nel corso delle audizioni della manovra in Parlamento, ha infatti ricordato come già in passato questo tipo di provvedimento abbia attirato meno adesioni di quanto preventivato. Infatti finora, su 50mila domande attese ne sarebbero giunte solamente 1600, in quanto la Quota sarebbe “scarsamente conveniente“.
Pensioni, come andarci a 64 anni?
Tornando quindi all’emendamento della Lega che è stato approvato, la nuova manovra finanziaria prevede che i lavori soggetti all’attuale sistema contributivo, ovvero quelli con contratto a partire dal 1995, possano sfruttare la previdenza complementare, sommandola a quella obbligatoria, per raggiungere gli importi minimi per accedere alla pensione anticipata a 64 anni.
Al momento, secondo la riforma Fornero, per andare in pensione anticipata è infatti necessario rientrare completamente nel sistema contributivo, aver versato almeno 20 anni di contributi e aver maturato una pensione che sia pari almeno a tre volte l’importo dell’assegno sociale, ovvero 1603 euro nel 2024. A partire dal prossimo anno, invece, coloro che sono iscritti anche ad un fondo pensione potranno decidere se far valere anche questa seconda rendita maturata, così da sfruttarla per raggiungere i requisiti richiesti.
Così, nel caso in cui un lavoratore avesse compiuto i 64 anni ma avesse maturato una pensione pari a 1300 euro, potrebbe decidere di usare il fondo pensione per aggiungere le somme mancanti e quindi accedere al pensionamento anticipato. Però, non è tutto oro quello che luccica, perché, se la manovra sembra agevolare i pensionamenti, a lungo termine in realtà li renderebbe ben più complessi. A partire dal 2025, infatti, il requisito per il pensionamento salirà da 20 anni di contributi versati a 25 e poi dal 2030 a 30 anni. Inoltre, aumenterà anche la soglia da raggiungere per l’assegno sociale che da un importo 3 volte superiore raggiungerà il picco di 3,2 volte.
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