Proclamata la nuova segretaria. Bonaccini eletto presidente: “Mi metto a disposizione, ora tutti con una sola maglietta”. E Osvaldo Napoli (Azione): “Ok ma per fare cosa?”. E ora, dove porterà davvero la linea Bonaccini-Schlein?
Unità, nel cambiamento. L’assemblea della Nuvola, con l’elezione di Stefano Bonaccini alla carica di presidente, conferma questa parola d’ordine. Ed è proprio con questo spirto che viene battezzato il Partito democratico dell‘era di Elly Schlein. Ma alla luce di tutto ciò, Osvaldo Napoli della segreteria nazionale di Azione si chiede quale direzione di marcia voglia prendere il Pd unito. “Quale alternativa intendono costruire?”.
“Da soli si va veloci, ma insieme si va lontano”, dice il presidente dell’Emilia-Romagna salendo sul palco. Un antico proverbio africano, citato più volte da Bonaccini. I due sono abituati al lavoro di squadra: lo hanno fatto a lungo e senza problemi in giunta regionale, a Bologna. Una ritrovata unione, siglata dall’abbraccio fra i due (in apertura dei lavori).
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Ma le correnti rimangono ostili, e bisogna vedere se segretaria e presidente riusciranno a tenerle lontane. Allora, si stava uscendo faticosamente dalla pandemia e il governo Draghi si era appena insediato, quando Nicola Zingaretti si dimise proprio in polemica con quelle orligarchie interne al Pd di cui è tornato a parlare anche recentemente.
Elette anche Chiara Gribaudo e Loredana Capone vicepresidenti dem. “La forza della comunità, per le persone, per il pianeta”, questo il titolo scelto per l’Assemblea nazionale del Pd al Centro Congressi “La Nuvola” a Roma, cominciata con un minuto di silenzio per ricordare Bruno Astorre. Eletta la nuova direzione, dentro anche ex Articolo Uno e Sardine. Oggi si decidono anche altri incarichi, dalla nomina della segreteria all’indicazione per i capigruppo di Camera e Senato.
“Ok l’unità. Ma per fare cosa?”
“Elly Schlein e Stefano Bonaccini hanno proclamato l’unità del Pd, e non poteva essere diversamente nel giorno di festa. L’assemblea ha incoronato la nuova segretaria e il nuovo presidente. Entrambi hanno insistito sul valore del partito unito anche se Bonaccini, secondo le cronache, non ha smobilitato la sua piattaforma programmatica e i sostenitori”. Lo dichiara Osvaldo Napoli, della segreteria nazionale di Azione. Ma alla luce di tutto ciò, Napoli si chiede quale direzione di marcia voglia prendere il Pd unito. “Il rientro di Art.1 e di singole personalità, oggi è tornato il “santoriano” Guido Ruotolo, avviene nel nome del “renzismo ormai archiviato. Il che lascia intuire che la stagione del riformismo, che fruttò al Pd il 40% dei consensi, si deve ritenere conclusa per quel partito. Ecco dove è il problema”. E da qui Napoli chiede quale sia l’alternativa che hanno costruito “o che intendono costruire. Oppure ritiene Schlein – continua – che sia sufficiente fare un’opposizione radicale alla destra senza proposte alternative, credibili e praticabili e dunque riformiste, per costruire una maggioranza di governo?”, conclude.
E chissà dove porterà davvero la linea Bonaccini-Schlein. Questo nuovo corso segnerà l’uscita definitiva del Pd dall’alveo dei riformisti e avrà l’ambizione di trasformarlo nella casa della sinistra italiana? Vedremo se Schlein e Bonaccini ne saranno capaci.
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