Commemorazione per Papa Francesco, Meloni: “Grande uomo e grande Pontefice”. Schlein e Conte: “Non merita ipocrisia”

L'Aula di Montecitorio è strapiena, i banchi del governo affollatissimi con deputati e senatori che applaudono gli interventi dopo il minuto di silenzio che ha visto tutto in piedi per commemorare Papa Francesco

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Papa Francesco era la risposta più eloquente alla solitudine del mondo. Un invito a vincere le barriere dell’isolamento, riscoprendosi comunità unita nel cuore e nella speranza“. Così, il Presidente del Senato, Ignazio La Russa, ha esordito nel suo intervento alla commemorazione in ricordo del Santo Padre nell’Aula di Montecitorio, ricordando anche l’inaspettata visita in Senato, che segnò la prima volta di un Papa a Palazzo Madama dove “venne per rendere omaggio al Presidente Emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano“.

Camera e Senato difatti si sono riunite per rendere omaggio al Pontefice Bergoglio che nel Lunedì dell’Angelo “è tornato alla casa del Padre“, dopo essere stato colpito da un ictus che lo ha fatto sprofondare in un coma irreversibile portandolo ad un arresto cardiocircolatorio. Il Presidente della Camera, Lorenzo Fontana, ha ricordato Papa Francesco come “il Santo Padre che non ha mai smesso di lanciare vibranti appelli in favore della pace“, di fronte agli orrori e alle devastazioni delle guerre. Difatti, “è stato il primo Papa a partecipare a un vertice del G7, a incontrare il Patriarca di Mosca, a recarsi in Iraq“, ha ricordato Fontana ribadendo l’instancabile vocazione di Bergoglio al dialogo.

Dopo il minuto di silenzio chiesto dal Presidente della Camera, un lungo applauso ha riempito l’Aula, e nel rievocare l’attenzione di Papa Francesco verso i più fragili e gli emarginati, i suoi messaggi di amore, fede e speranza, c’è anche qui fa notare “lo scomposto teatro dell’ipocrisia dei vaniloqui” di chi “ha continuato a ignorare questi suoi messaggi”. A rimarcarlo è Giuseppe Conte, leader del M5s, che intervenendo alla commemorazione ha insistito su come “il miglior modo per ricordare Papa Francesco, è essere scomodi, con azioni ferme e scelte conseguenti“.

L’ex premier pentastellato non può di certo non ricordare il Santo Padre per la portata rivoluzionaria di Bergoglio, che “sin dall’inizio ci sorprese quando scelse, di chiamarsi Francesco per professare l’impegno contro la povertà, per la pace, per preservare l’ambiente e custodire la nostra casa comune da tramandare alle nuove generazioni“. Ovviamente, Conte ha anche rievocato il supporto ricevuto da Papa Francesco durante i suoi governi, soprattutto quando ha avuto modo di confrontarsi con il Pontefice, “in
un momento drammatico come la pandemia ci ha offerto un messaggio dirompente: nessuno si salva da solo
“.

Riconoscendo, inoltre, come sia stato “un Papa scomodo” con il quale “ciascuna forza politica può sentirsi sfidata da alcune sue posizioni“, il Presidente del M5s ricalca la scia della Segretaria del Pd, Elly Schlein, che denuncia l’ipocrisia di chi non ha mai dato ascolto agli appelli del Papaed oggi cerca di seppellire nella retorica il suo potente messaggio, di chi deporta i migranti, toglie i soldi ai poveri, nega l’emergenza climatica e nega le cure a chi non se le può permettere“. L’intervento della Segretaria dem, che non ha ricevuto l’applauso dei parlamentari di maggioranza, è proseguito nel ricordo del “cammino di fratellanza, solidarietà e dialogo” che Bergoglio ha portato avanti.

Anche Galeazzo Bignami, Capogruppo di FdI alla Camera, ha rimarcato come Bergoglio non sia stato “un Papa semplice” e come abbia sbagliato chi ha tentato di interpretare le parole del Pontefice in un’accezione più progressista o più conservatrice, “perché il Papa non è di una parte, non segue schemi politici“, Francesco “si è sempre rivolto al suo popolo, senza sottrarsi al confronto con chi aveva opinioni diverse“.

Renzi: “Bergoglio ci ha insegnato come morire”

Matteo Renzi, leader di Italia Viva, nel suo intervento commemorativo cita Fabrizio De André e il testo della canzone “Il testamento di Tito“. “Il Papa per mestiere ci insegna come vivere, prova a indicarci come vivere” e “l’uomo Bergoglio ci ha insegnato come morire. E’ molto buffo che ciascuno cerchi di accaparrarsi un pezzettino della sua eredità: chi lo ricorda per i carcerati dimentica le sue parole sull’aborto, chi lo ricorda per la per famiglia dimentica le sue parole sui lager libici“.

Ma proprio perché “era il capo della cattolicità“, secondo Renzi, ha insegnato il valore della laicità, che viene spesso confusa con il laicismo, “dall’altro c’è chi la confonde con un ‘baciapilismo’ esasperato“, oltre a “una corrente nel mondo che pensa di rappresentare il pensiero cattolico e tutti gli altri sono peccatori, ma il senso di comunità è proprio del cattolicesimo“.

Meloni: “Bergoglio era il Papa della gente”

A chiudere la commemorazione in Aula è stato il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che ha ricordato Bergoglio come un “uomo che sapeva essere determinato, quando parlavi con lui – ricorda la premier – non c’erano barriere. Con lui eri a tuo agio e potevi aprirti senza filtri né timori di essere giustificato. Poteva vedere la tua anima, voleva ascoltarti. Come se volesse dire: ‘Io ci sono per te’. Lo faceva con tutti, ti faceva sentire prezioso. Sarò grata a Papa Francesco per i suoi consigli“.

Rievocando la gioia che il Santo Padre riusciva a trasmettere a chiunque, Meloni puntualizza come Bergoglio sia riuscito ad adempiere “alla sua missione fino all’ultimo“, e oltre a sottolineare il monito del Papa secondo cui “non bisogna andare controcorrente se per fare una cosa buona“.

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